08 Luglio 2025 - 11:12:25

di Vanni Biordi

La mostra che abbiamo visitato nel chiostro di San Giuliano, a L’Aquila, è molto più di una semplice vetrina di opere scultoree.

La mostra, aperta al pubblico fino alla fine del 2026, è infatti un affascinante racconto di vita, quella di Settimio Saturni, un uomo che, divenuto artista, ha saputo assecondare il proprio desiderio più intimo, quello di dare vita a ciò che comunemente consideriamo inanimato.

Settimio Saturni, in un atto di profonda sensibilità, riconosce nelle pietre la presenza di esseri primordiali, vissuti nel silenzio e desiderosi di riemergere. E li riporta alla luce

Le pietre, custodi silenziose del tempo e testimoni delle intemperie e dell’umiliazione, attraverso l’opera dell’artista trovano riscatto. Non sono più semplici inerti frammenti, ma entità che, grazie all’artista, ritrovano la propria dignità di essere vivente, esprimendo una forza e un significato che credevamo dimenticati o perduti. È un atto di metamorfosi, dove la materia inanimata si fa portatrice di un messaggio, di una storia.

Spesso, sono proprio gli occhi dell’artista, occhi aperti a una profonda interiorità, ma anche spalancati a cogliere il mondo che ci circonda, a sorprenderci e a rivelarci ciò che sfugge alla percezione comune.

Nella pietra, Settimio Saturni scorge simboli di vita e di crescita, ma anche di caduta e demolizione. Ed è proprio nella cura e nell’attenzione con cui si avvicina a esse che le nobilita, conferendo loro una dignità magistrale. È un atto di rispetto profondo verso la materia e la sua storia millenaria.

Il percorso di Settimio Saturni non è stato privo di sfide. La sua vita, seppur dura in alcuni momenti, lo ha temprato, rendendolo oltremodo sensibile alla necessità di un aiuto reciproco. Questo lo ha condotto a immaginare e poi a promuovere “Maninsieme”, l’associazione di volontariato fondata il 31 maggio del 2002.

Un esempio tangibile di come la sensibilità artistica possa tradursi in impegno sociale, nutrendo la comunità con la stessa passione con cui si plasma la materia.

Invitiamo, dunque, a visitare questa mostra non con spirito critico, ma con un atteggiamento curioso ed empatico. Perché è la storia di un mondo semplice, ma ricco di vitalità, dove le cose abbandonate e trascurate, come la pietra, il legno, vecchi chiodi e attrezzi da lavoro, ritrovano un significato e un valore che il tempo sembrava aver cancellato.

La ricerca di Settimio Saturni, è un inno alla bellezza che si nasconde nel quotidiano, e alla capacità dell’uomo di dare una nuova opportunità a ciò che appare logoro e inutile, proprio come la pietra e il legno che, nelle mani di Settimio, tornano a parlare.