10 Luglio 2025 - 12:03:21
di Redazione
«Doveva essere sottoscritto entro il 30 giugno, almeno a parole, l’Accordo integrativo regionale (Air) che regola l’attività dei medici di famiglia e che non viene rinnovato da 19 anni. Noi abbiamo atteso con pazienza la convocazione che non c’è mai stata. Nemmeno quando, con il tavolo di monitoraggio alle porte, sembrava arrivato il momento per riprendere il confronto».
Lo afferma la Fimmg Abruzzo che torna a lanciare l’allarme sulla situazione della sanità territoriale.
«Evidentemente i nostri politici regionali hanno tempo per molte cose – sottolinea il segretario regionale Fimmg, Mauro Petrucci – hanno tempo per essere presenti ad ogni manifestazione culturale, e questo fa loro onore, hanno tempo per incontrare il presidente del Napoli Calcio, hanno tempo anche per fare rappresentanza e promozione in Spagna o all’Expo in Giappone. Le ore della giornata finiscono come per incanto quando è necessario fare ragionamenti concreti sul futuro della medicina del territorio, andando a ridiscutere quei parametri fermi ormai da tempo immemorabile».
Il sindacato parla di una «politica indifferente», cioè quella «che non tiene conto delle condizioni di difficoltà nell’assistenza delle fasce deboli, dei residenti nelle zone interne, via via spogliati dei loro diritti fondamentali, come quello alla salute».
«La negoziazione con la Regione è un passaggio fondamentale per far procedere in maniera virtuosa il ricambio generazionale all’interno della nostra categoria – afferma Petrucci – Oggi fare il medico di famiglia è una scelta sempre più difficile, perché è proprio sui professionisti di base che si ripercuotono, sempre più negativamente, le conseguenze di errori che, inascoltati, abbiamo costantemente denunciato. Sappiamo soltanto che, in questo momento, ci vorrebbe una politica coraggiosa, capace di una visione che guarda a un futuro di sviluppo e di ripresa proprio ripartendo dal territorio. Ma di coraggio e di coerenza non ne vediamo. Forse, anzi, la coerenza nel perseguire errori, quella sì, come l’aver voluto ritirare ai centodiciottisti l’indennità che rendeva più sostenibili i rischi connessi alla particolarità del servizio. Anche questa vicenda possiamo rubricarla tra gli irrisolti della nostra politica regionale».
«Noi – spiega ancora Petrucci – siamo diversi e vogliamo dimostrarlo. E allora, una volta dalla Regione arrivò la minaccia che, se non si fosse trovato un accordo, l’Air lo avrebbero deciso, firmato e imposto. Noi siamo sempre stati disponibili al confronto e alla partecipazione per il rispetto che abbiamo non solo delle istituzioni, ma soprattutto dei nostri assistiti e non vogliamo che il nostro impegno venga messo in discussione. La nostra proposta è pronta: è coerente, è competente, tiene conto anche delle criticità. Caro presidente, cara assessore, visto che voi con l’ente che rappresentate non volete esserci, questo accordo lo sottoscriviamo noi, da soli. Almeno per coscienza, però, sentitevi impegnati: almeno nel rispetto per il diritto alla salute di quelle persone che dite di tenere in considerazione. Dite soltanto perché i fatti raccontano un’altra cosa».