11 Luglio 2025 - 10:57:54
di Vanni Biordi
Monta una preoccupazione sempre più crescente a L’Aquila riguardo la tenuta del tessuto commerciale.
A dare voce ad un allarme chiaro è stato, nei giorni scorsi, il capogruppo dell’Udc in Consiglio comunale e presidente della IlI Commissione consiliare, Fabio Frullo, il quale ha affermato che «senza un nuovo Piano commerciale comunale, la crisi per molte attività esistenti è destinata ad aggravarsi».
La città ci racconta che negli ultimi anni sembrerebbe esserci stata una crescita disordinata.
Dal 2009, L’Aquila ha visto un’apertura incontrollata di nuovi esercizi, spesso concentrati nelle stesse aree e settori. Il risultato, è una competizione esasperata che, anziché creare nuove opportunità, consuma la redditività e la stabilità delle attività preesistenti.
L’interpretazione di questo fenomeno è netta: il mito di «più negozi uguale più lavoro» si sgretola di fronte a una realtà dove la duplicazione indiscriminata porta a un aumento della precarietà e, inevitabilmente, a un’impennata delle chiusure.
Gli stessi operatori economici, preoccupati da questa dinamica, chiederebbero un cambio di rotta che parta da un ascolto delle loro esigenze.
Il contesto è cruciale: L’Aquila si prepara a essere Capitale Italiana della Cultura nel 2026, un’opportunità unica che richiede un «ridisegno dell’anima commerciale della città».
Quello che sappiamo è che Frullo vuole portare, prossimamente, all’attenzione della Terza commissione consiliare il regolamento sul Commercio per invocare una riforma che preveda limiti alle nuove aperture nelle zone già sature, valorizzi le attività storiche e promuova la qualità sulla quantità.
Emerge l’esigenza di un regolamento più stringente per le nuove attività di somministrazione, con requisiti chiari su dimensioni dei locali, servizi igienici, accessibilità per disabili, insonorizzazione, wi-fi pubblico e persino vigilanza esterna, specialmente per i locali di maggiore capienza.
La necessità di un’azione tempestiva è chiara, come testimoniato anche dalla delibera del Consiglio comunale dell’ottobre 2020.
L’Aquila deve ora scegliere: continuare su una strada che porta alla sofferenza o intraprendere un percorso di riequilibrio e valorizzazione, per garantire un futuro sostenibile al suo tessuto economico.