21 Luglio 2025 - 17:00:39
di Tommaso Cotellessa
Approfittando della presenza di numerosi turisti, attratti dalle splendide acque del fiume Tirino e dalla bella stagione, nella mattinata di domenica scorsa due uomini residenti nel Pescarese, di 25 e 57 anni, si sono appostati tra le auto parcheggiate dagli escursionisti che, abitualmente, si concedono una gita in canoa o una passeggiata lungo i sentieri nel tratto di fiume tra Capodacqua e Bussi sul Tirino.
I due, già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, sono stati notati dai Carabinieri della stazione di Bussi sul Tirino mentre transitavano a bordo di un’utilitaria bianca lungo la Strada Statale 153, in direzione del Comune di Capestrano. Insospettiti dalla loro presenza, i militari hanno allertato i colleghi della stazione di Capestrano, che si sono immediatamente recati sulle sponde del fiume, consapevoli della presenza di numerosi turisti. Qui hanno avvistato i due loschi figuri mentre si aggiravano con fare sospetto fra le auto parcheggiate con in mano uno zaino e un marsupio.
Alla vista dei carabinieri, i sospettati hanno lanciato le borse e tentato la fuga tra la vegetazione, fino a gettarsi nelle acque del fiume. Dopo un breve inseguimento, sono stati raggiunti e “ripescati” dalle forze dell’ordine. I due hanno cercato di giustificare la loro presenza nel fiume sostenendo di essersi tuffati per un bagno, pur avendo ancora addosso gli abiti.
Le spiegazioni non hanno convinto i carabinieri, che hanno immediatamente avviato gli accertamenti del caso. È emerso così che lo zaino e il marsupio erano stati rubati poco prima da un’auto parcheggiata nella zona, a cui era stato infranto il finestrino. Il proprietario, ignaro del furto fino a quel momento, ha potuto rientrare in possesso dei propri effetti personali.
I due uomini, colti in flagranza di reato, sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato in concorso e, su disposizione della Procura della Repubblica di L’Aquila, condotti presso il carcere Le Costarelle, in attesa dell’udienza di convalida.
Si precisa che, nonostante il fermo in flagranza, gli arrestati devono essere considerati innocenti fino a eventuale condanna definitiva, e che i provvedimenti adottati nei loro confronti sono soggetti alla verifica dell’Autorità Giudiziaria, senza implicare responsabilità accertate.