25 Luglio 2025 - 13:40:00
di Beatrice Tomassi
La piazza di spaccio abruzzese ha subito un duro colpo: dall’alba di questa mattina sono state arrestate 12 persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti tra Lazio, Puglia e, come detto, Abruzzo.
L’indagine, denominata “END TO END” e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell’Aquila, ha interessato la zona costiera della regione, in particolare Pescara, Montesilvano, Teramo ed Atri. Ad ora nessun risvolto operativo sul capoluogo.
L’attività investigativa ha permesso di raccogliere un quadro probatorio consistente su due gruppi criminali, uno localizzato a Pescara e l’altro, a capo dello spaccio, a Roma. Proprio dalla Capitale, infatti, sarebbero partiti carichi di droga, corrieri (per lo più giovani incensurati) e telefonini criptati.
Sono questi telefonini, riprogrammati ad hoc per evitare intercettazioni, che hanno reso il lavoro delle Squadre Mobili coinvolte, tra cui quella di Pescara, particolarmente difficili, in quanto ad attività tradizionali, quali appostamenti, si sono rese necessarie attività più innovative per aggirare la comunicazione blindata tra i sodalizi.
Un’operazione fuori dagli schemi, dunque, che in poco meno di un anno ha portato a 12 arresti e 34 indagati (la maggior parte italiani), nonché al sequestro di oltre 1 milione e 300 mila euro, 266 kg di hashish, 9 di marijuana e 3 di cocaina.
Ma c’è di più della droga: ad alcuni indagati sono contestati anche i reati di estorsione, corruzione, fino ad arrivare al tentato omicidio che si sarebbe consumato nel corso di un inseguimento a Roma, durante il quale alcuni corrieri colti in flagranza avrebbero provato a scappare investendo un militare della Squadra Mobile di Pescara.
Si dicono soddisfatti del risultato il Procuratore della Repubblica dell’Aquila, Alberto Sgambati, il Questore di Pescara, Carlo Solimene e la DDA dell’Aquila nella persona della dottoressa Roberta D’Avolio.
«L’Abruzzo è una terra che viene presa di mira da gruppi, è una terra di conquista, è una terra in cui lo spazio di sostanze stupefacenti è vivo e vitale. – afferma D’Avolio – Lo dimostra non soltanto la diramazione di questa associazione romana in Abruzzo, ma anche l’esistenza di un secondo sodalizio abruzzese di elevatissima capacità delinquenziale».
Tra lunedì e martedì gli interrogatori di garanzia, successivamente i fascicoli relativi all’associazione laziale saranno inoltrati a Roma.