25 Luglio 2025 - 10:37:57

di Tommaso Cotellessa

È stato depositato ieri, al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, un ricorso contro la Regione Abruzzo a firma dell’Avv. Michele Pezone per conto delle associazioni ambientaliste Forumambientalista, Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines. Al centro della contestazione, l’approvazione di un vasto piano di captazione idrica dal Fiume Giovenco, dalle sorgenti Restina e Boccione e da numerosi pozzi nella Piana del Fucino.

Secondo le associazioni, l’intervento – approvato lo scorso giugno – prevede prelievi “di diverse migliaia di litri al secondo” in un territorio già gravemente colpito dalla crisi idrica. Una decisione che, appare alle associazioni, non solo è insostenibile, ma anche pericolosa per l’intero equilibrio idrogeologico dell’area.

Uno degli aspetti più controversi riguarda la Valutazione di Impatto Ambientale, rilasciata postuma, ossia a opere già in parte realizzate e con captazioni idriche avviate da tempo, senza le dovute autorizzazioni. A ciò si aggiunge l’assenza di un bilancio idrologico aggiornato per la Piana del Fucino, documento fondamentale per valutare la reale disponibilità idrica e i rischi connessi a nuovi prelievi.

Le associazioni parlano senza mezzi termini di “progetto nato già fallito”, evidenziando che le promesse di garantire irrigazione all’agricoltura del Fucino si scontrano con la realtà di una crisi idrica permanente. «Non si può continuare ad aumentare i prelievi di un’acqua che non c’è. È solo un modo per illudere e beffare gli stessi agricoltori», si legge nella nota congiunta.

Preoccupazioni ancora più gravi emergono in merito all’approvvigionamento idropotabile per la popolazione: le captazioni, infatti, incidono sulle stesse falde da cui si attinge per usi civili.

Il ricorso elenca 25 motivi giuridici a sostegno dell’impugnazione, molti dei quali riguardano irregolarità procedurali e tecniche ritenute “gravissime”. A sostegno dell’azione legale, centinaia di cittadini della valle del Giovenco hanno dato vita a un comitato per la tutela del fiume, da tempo in evidente stato di sofferenza idrica.

Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, le associazioni hanno cercato un dialogo con la Regione, presentando osservazioni, dati e proposte alternative attraverso procedimenti ufficiali e accesso agli atti. Il riscontro – denunciano – è stato un “muro di gomma”.

Le associazioni chiedono invece un cambio di rotta: agire sulla domanda di acqua, incentivare colture meno idro-esigenti, ridurre i cicli colturali intensivi e investire su tecniche di irrigazione più efficienti e sostenibili. «Gli investimenti, che pure sono necessari, devono andare in questa direzione», sottolineano.

Tutti i dettagli sul ricorso e sulle criticità del progetto saranno illustrati durante una conferenza stampa prevista per mercoledì 30 luglio ad Avezzano, dove le associazioni presenteranno approfondimenti tecnici, ambientali e legali.