07 Agosto 2025 - 12:43:49

di Vanni Biordi

La ricostruzione post-terremoto, con le sue sfide e le sue complessità, continua a essere uno dei temi centrali nel dibattito del capoluogo abruzzese. Tuttavia, in un contesto già delicato, una nuova vicenda minaccia di riaccendere i riflettori su presunte opacità nella gestione amministrativa.

L’ex vicesindaco dell’Aquila, Roberto Riga, ha infatti inviato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti, denunciando un presunto danno erariale causato da comportamenti di alcuni dirigenti comunali.

In buona sostanza Riga dopo essere stato rinviato a giudizio nel 2017 dal Gup del Tribunale dell’Aquila, con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sull’affidamento dell’appalto dell’oratorio salesiano, scattata nel 2013, ed essere stato assolto con formula piena da tali accuse, ha chiesto al Comune dell’Aquila quanto gli spettava: circa 31 mila euro di risarcimento.

Il Comune dell’Aquila, tuttavia – secondo quanto riferito dallo stesso Riga – si è rifiutato di corrispondere questa somma e ha presentato ricorso ma il Tribunale dell’Aquila lo ha respinto. Questo ha comportato un aggravio di spesa per l’ente pubblico di circa 9 mila euro, spesa che ricade sui cittadini.

La denuncia, che arriva in un momento cruciale per la città, non si limita a un semplice atto formale, ma è sostenuta da una ricca documentazione: delibere comunali, sentenze del Tribunale, ricorsi e decreti ingiuntivi. Un dossier che, nelle intenzioni di Riga, dovrebbe fornire alla magistratura contabile gli strumenti per avviare accertamenti e verificare se vi siano state negligenze o condotte illecite.

La tesi è chiara: la gestione di alcune vicende legali da parte dei dirigenti avrebbe comportato spese e contenziosi a carico del Comune, pesando così sulle casse pubbliche.

L’esposto ripercorre una serie di controversie legali che hanno visto il Comune protagonista, e che, secondo l’accusa, sarebbero state gestite in modo inadeguato. La narrazione di Riga dipinge un quadro in cui le decisioni amministrative avrebbero portato a una spirale di contenziosi e costi, creando un potenziale danno per la collettività.

Un’ombra che si allunga su una città che cerca la piena rinascita, ma che fatica a scrollarsi di dosso il peso delle sue fragilità, anche di natura amministrativa.

Questo nuovo capitolo si inserisce in un contesto di grande sensibilità. L’Aquila è una città simbolo di resilienza, ma anche di attesa e di speranza, e l’efficienza e la trasparenza della sua amministrazione sono aspetti fondamentali per la fiducia dei cittadini nel processo di ricostruzione e di ripartenza. In questo senso, la denuncia di Riga, al di là dell’esito giudiziario, pone l’accento su un tema importante: la necessità di una gestione pubblica impeccabile, in un momento storico in cui ogni euro speso dovrebbe essere destinato alla rinascita della città.

La palla passa ora alla Procura della Corte dei Conti. Spetterà alla magistratura contabile valutare la fondatezza delle accuse e decidere se avviare un’indagine. L’apertura di un fascicolo potrebbe gettare nuova luce sulla gestione di alcune questioni amministrative del capoluogo abruzzese. Per il momento, il Comune dell’Aquila non ha rilasciato dichiarazioni, mantenendo il silenzio su una vicenda che potrebbe avere importanti risvolti.

Ma nel frattempo, in attesa dei possibili sviluppi, questa vicenda solleva un interrogativo sulla amministrativa in Italia, e a L’Aquila in particolare. Spesso, la macchina burocratica appare più preoccupata di difendersi in giudizio piuttosto che di agire con la dovuta diligenza, portando a contenziosi che si trascinano per anni, con costi ingenti per la collettività.

La denuncia di Riga sembra voler evidenziare una prassi che mina la fiducia dei cittadini e rallenta i processi decisionali. È un monito a tutti i livelli della pubblica amministrazione: la buona gestione non è un optional, ma un dovere imprescindibile.