16 Agosto 2025 - 09:52:50
di Redazione
Continua la XLI edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, in pieno svolgimento in Tagliacozzo.
Domani 17 agosto saranno ben tre gli appuntamenti tra musica, libri e teatro a cominciare dal concerto all’alba per ascoltare, allo spuntar del sole, le stagioni di Antonio Vivaldi. Il F.I.M.E. è, infatti, un festival composito, costruito in tanti anni, che oggi continuare a godere delle ragioni estetiche dettate dalla direzione artistica e generale di Jacopo Sipari e Luca Ciccimarra, nonché dal sindaco Vincenzo Giovagnorio, realizzate grazie alle istituzioni, in primis il Ministero della cultura, la Regione Abruzzo, il Comune di Tagliacozzo, e la sinergia con istituzioni quali la Sinfonica Abruzzese, resident orchestra e l’ Accademia musicale di Alto perfezionamento vocale “Adalo” diretta da Donata D’Annunzio Lombardi e allo storico sostegno della Banca del Fucino.
Start alle ore 6 per salutare l’aurora di domenica 17 agosto, dinanzi al Santuario della Madonna d’Oriente, con le Quattro stagioni di Antonio Vivaldi, eseguite dalla violinista Abigeila Voshtina, in doppia veste di solista e direttrice, dell’orchestra d’archi Suoni del Sud. Pubblicati nel 1725 nella raccolta “Il cimento dell’Armonia e dell’Invenzione”, i quattro concerti di Vivaldi sono considerati fra le pagine più significative di musica a programma e hanno sempre goduto di un ampio favore di pubblico. Scritti nel consueto stile di concerto, che alterna, sempre con grande libertà inventiva, ritornelli orchestrali a episodi solistici, le Stagioni di Vivaldi superano la visione arcadica della natura per descriverne anche gli aspetti più inquietanti ed ostili. Specialmente dove essa scopre un volto meno benigno, la fantasia del compositore trova spazio liberandosi dal più rigido schema concertistico e piegandolo alle esigenze di rappresentazione della natura. Il lungo pomeriggio inizierà alle ore 18, nel Cortile d’Arme del Palazzo Ducale con la presentazione del volume “L’ultima transumanza: Perché gli americani di notte vanno per i boschi”, di Ernesto Seritti, in libreria per Lupieditore, la storia avventurosa e drammatica di una carovana di uomini e greggi in cammino tra i monti dell’Appennino diretti verso Roma, sullo sfondo della seconda guerra mondiale, raccontata da un adolescente in un originalissimo romanzo di formazione tratto da un fatto realmente accaduto. Durante il cammino, la carovana attraversa luoghi e incontra le persone più disparate che salgono sul palcoscenico del dramma per raccontare momenti della propria esistenza. Un viaggio che si trasforma in una scuola di vita per il giovane protagonista. La transumanza come semplice cornice al cui interno si muovono i personaggi di un quadro che rappresenta la vita. A seguire, invece, l’illustrazione alla stampa e la partenza della campagna abbonamenti della stagione di prosa del Teatro Talia, da parte del direttore artistico Patrizio Maria D’Artista.
Alle ore 21,15, nell’abituale cornice del chiostro di San Francesco, la special guest sarà Silvia Mezzanotte con l’ Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, guidata dallo stesso direttore artistico del Festival, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, per evocare le regine del pop, Mina, Mia Martini, Gloria Gaynor, Ornella Vanoni, Liza Minelli.
«Gli artisti non amano raccontare le loro fragilità – confida Silvia Mezzanotte – ‘Regine’, invece, nasce dalla voglia di condividere il mio viaggio artistico e umano: la timidezza innata che ha accompagnato la mia infanzia, la mia ferrea volontà di cantare che si è scontrata con un forte senso di inadeguatezza nell’affrontare la vita. La musica mi ha salvata, l’ascolto delle più grandi voci femminili che già da bambina erano parte della mia esistenza mi ha aperto nuovi spiragli sul mondo. Per questo ‘Regine’ rappresenta più di ogni altra cosa il percorso che mi ha permesso di trasformare le mie debolezze nella mia forza. Le mie ‘Regine’, sono al mio fianco sul palco. Alcune aspettavano da un po’ nascoste ma adesso prepotentemente si riprendono la scena, tra note audaci e atmosfere rock. Qualcuna si mette a nudo, dimenticando lustrini e paillettes, qualcun’altra dismette l’abito da sera e insospettabilmente indossa pantaloni di pelle e giubbotto borchiato».
«Naturalmente – sottolinea Silvia Mezzanotte – ho riservato in questo spettacolo un posto speciale per il percorso artistico che mi ha portato ad essere per 10 anni la voce dei Matia Bazar. da ‘Brivido caldo’ a ‘Messaggio d’amore’, canzone vincitrice del ‘Festival di Sanremo 2002’, il mio modo per ricordare con gratitudine e affetto il viaggio condiviso».
Si inizierà con Brivido caldo che segna l’esordio di Silvia Mezzanotte quale voce solista dei Matia Bazar, divertimento, passione ed emozione si fonderanno in un concerto che continuerà con “L’edera” portata al successo da Nilla Pizzi, che trova naturale collocazione accanto a “Le vie en rose”, Tra le canzoni che hanno segnato la carriera di Edith Piaf c’è “La vie en rose”, dedicata al suo grande amore perduto ma forse, più precisamente dovremo dire che è dedicata ad ella stessa, alla sua forza e ottimismo nell’affrontare la vita. Ancora “The Lady is tramp” un brano musicale facente parte del musical del 1937 Babes in Arms di Richard Rodgers e Lorenz Hart, nel quale veniva interpretato dall’ex attrice bambina Mitzi Green.
La canzone prende in giro l’alta società di New York e la sua rigida etichetta e fu interpretata da grandissime voci femminili a partire da Lena Horne, quindi Ella Fitzgerald, “Lady Time” prima di spiccare il volo attraverso la voce baritonale di Frank Sinatra. L’omaggio a Mia Martini, alla sua voce fatta di miele e fumo verrà con “Gli uomini non cambiano”, mentre la potenza vocale, la composizione e la maturità dell’interpretazione, nonostante la giovane età dell’Adele, verrà evocata attraverso “Rolling in the deep”, un inno pop epico, con un testo che trasmette rabbia e delusione nei confronti di un amore traditore. In un decennio magico per la musica italiana come gli anni Settanta idee “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”, ovvero l’incontro felicissimo di Ornella Vanoni con il latin di Toquino, non ha eguali: un saggio di espressività e interpretazione che scava nel profondo di una voce dalle mille sottigliezze, perfettamente a suo agio nell’incessante dinamismo dell’emozione, che ritroveremo nella rilettura di Silvia Mezzanotte, vibrante energia carioca, il brio di Rio de Janeiro riassunto in un festante tentativo di congelare un attimo, un istante di pura gioia, prima che qualsivoglia esitazione possa rovinarne la bellezza.
Marilyn Monroe canta Diamonds Are a Girl’s Best Friend nel film Gli uomini preferiscono le bionde del 1953 ed è probabilmente la versione più famosa e conosciuta di questa canzone. Triste sentire che i gioielli sono i migliori amici di una donna o che ogni lady necessita un “paparino”, ma la voce di baby face resta ancora oggi inimitabile. Ancora Matia Bazar, stavolta con “Vacanze Romane” un brano che si distingue per il mix audace tra l’interpretazione rétro e virtuosistica della solista, che richiama atmosfere teatrali e malinconiche, e moderni arrangiamenti, in un contrasto tra tradizione e modernità, essenza di una pagina, che riesce a unire mondi apparentemente opposti in un equilibrio elegante e sofisticato. Manifesto di liberazione e resilienza, è “I will survive” che omaggia la voce black di Gloria Gaynor, a voce di Gloria Gaynor, potente, versatile e ricca di emozione dal timbro caldo e avvolgente. Fa il suo esordio tre le regine anche Noa: nel suo nome il significato di portatrice di pace, di sorella, la cantante yemenita con la sua vocalità istrionica, sapiente e mutevole, che sa passare dal pop al folk, dal soul alle melodie della sua terra tratte ispirate dal Diwan, il libro delle tradizionali canzoni cerimoniali, e dal Silsulim, verrà evocata attraverso la rumbetta firmata da Nicola Piovani, “Beautiful that way”.
Ed ecco Carmen “una bellezza strana e selvaggia”, che si fa avanti con la folta chioma adornata di gelsomini che emanano un odore inebriante e fa cadere la mantiglia per scoprire le spalle sotto la luce della luna. Carmen, col suo tema obliquo, di Habanera, individuato da un intervallo di seconda vistosamente eccedente, in “L’amour est un oiseau rebelle”, con il tono scuro della tessitura vocale, è la zingara randagia, è l’eros inconfessabile delle taverne, l’eros che si esprime per vincere ogni degradazione, che è l’ultimo rifugio degli istinti, l’indizio d’una libertà illimitata, difesa fino alla morte, la libertà del corpo, dei sensi. Silvia Mezzanotte guarderà alla divina Maria Callas in questa interpretazione, alla sua voce unica, riconoscibile sin dal primo attacco. Napoli cantante di per sé non poteva mancare e rappresenta anche la collaborazione con Massimo Ranieri, la canzone è “‘O surdato ‘nnammurato”, in cui lo ricordiamo giovanissimo a fianco di Anna Magnani, regina indiscussa, che cantò la pagina di Califano e Godono, a fil di voce in “La sciantosa”.
Tra le regine assolute ci sono anche Liza Minnelli e New York New York cui successo è dovuto al suo significato, al salto nel buio necessario per poter inseguire i proprio sogni, a quel fatidico passaggio di semitono che continua ad innalzare il canto e il pezzo di bravura di Mina “Brava”, non lontano dai celebrati virtuosismi di Ella Fitzgerald, quando intona “Cotton Tail” di Ellington, un’esibizione di abilità vocali e fonetiche, composta dal Maestro Canfora, che sfruttò l’ampia estensione vocale di Mina, che scorreva tra note alte e basse con agilità siderali. Finale con Messaggio d’amore e la vittoria sanremese dei Matia Bazar, che consacrò la Mezzanotte, Regina per sempre.
Prossimi appuntamenti: lunedì 18 agosto, alle 21,15 nel Chiostro di San Francesco, sarà cabaret con Valentina Persia, protagonista dello spettacolo “Ma che te ridi?!” Il titolo, giocoso e provocatorio, riflette lo stile di Persia, che usa l’ironia per affrontare temi profondi e attuali, spesso legati alla vita quotidiana e alle esperienze personali. Lo spettacolo è un viaggio nel mondo di Valentina, tra ricordi, aneddoti, imitazioni e momenti di riflessione, il tutto condito con la sua inconfondibile comicità.