20 Agosto 2025 - 10:59:26

di Redazione

Si accende lo scontro sui tempi di realizzazione del ponte Belvedere, dopo l’annuncio arrivato ieri da parte del sindaco Pierluigi Biondi e del vicesindaco Raffaele Daniele nell’ultimazione dei lavori entro la fine dell’anno.

Dalla sua pagina di Facebook, l’architetto Luca Carosi architetto co-progettista del ponte, ha definito i commenti dei «detrattori come la solita provocazione del nullafacente di turno sulla notizia di ultimazione del Ponte Belvedere entro l’anno».

Carosi, da professionista e tecnico, ha precisato che «tra l’ultimazione fisica di una struttura, il collaudo tecnico-amministrativo e strutturale e la messa in esercizio è sempre necessario un tempo tecnico che la politica, a volte, fa fatica a comprendere così come il cittadino che vorrebbe legittimamente finito ed operante tutto e subito, ma a volte non è così».

«Buffoni sono – scrive – i soggetti che non hanno trovato alcuna soluzione per 13 anni, quelli che parlavano di argomenti sconosciuti con la competenza del saccente, i cronometristi di opere pubbliche senza avere idea su come si conduce un procedimento amministrativo e quali siano le tappe obbligate, i tecnici delle perizie travestiti da competenti specializzati in grandi opere e quelli che tanto non si fa. Quelli sono i buffoni. Ora aspettiamo l’ultima azione di quest’opera tanto attesa da tutti, compresi dei trattori».

Pronta la replica del consigliere comuinale Paolo Romano che negli anni ha criticato duramente i tempi di esecuzione e gli iter tecnico-amministrativi legati all’esecuzione dell’opera.

«Vi ricordate la finta posa della prima pietra nel 2023 quando l’inaugurazione era già stata prevista nel 2022? Vi ricordate che in quella occasione Biondi disse che bisognava pazientare ancora qualche mese e che si trattava di un’opera che avrebbe portato L’Aquila al livello di altre importanti realtà italiane ed europee? – afferma Romano – Da allora sono passati due anni per un cavalcavia di 90 metri lineari e la spesa è lievitata da 4,7 a 6,6 milioni di euro. Ma sono soprattutto i tempi contrattuali quelli che dovrebbero far drizzare i capelli in testa a molti. Tempi dettati dalla gara, dunque dal Codice degli appalti».

«Scrive di ‘buffoni’ Luca Carosi di Casarchitettura, coordinatore della sicurezza dell’opera in fase di progettazione, talmente apprezzato dall’amministrazione da avere incarichi nella realizzazione di altre grandi opere come il secondo lotto del secondo stralcio dei sottoservizi e nella ricostruzione dell’hotel di Campo Imperatore. Parla di ‘buffoni e detrattori’ e di tempi tecnici che la politica non riuscirebbe a comprendere. Scelta di linguaggio a parte – prosegue – si sa che siamo una città dove gli ultimi aristocratici sono quelli che hanno stravinto le elezioni e quelli che pur di difenderli offendono i cittadini – non esiste alcun verbale di sospensione lavori che spiegherebbe gli anni trascorsi. Senza quel documento che dovrebbe contenere delle solide motivazioni per la sospensione di un’opera pubblica, è come se i lavori non fossero stati mai stati sospesi: di conseguenza, anche il verbale di ripresa è un atto irregolare anche perché omissivo della data di sospensione. Davvero bisogna spiegare quanto sia grave questa irregolarità? I 270 giorni previsti per la ricostruzione del ponte, in assenza di un atto formale che attesti l’interruzione dei lavori, possono finire anche nell’anno del mai. Davvero accadrà senza alcuna conseguenza? Ora a spanne, sapete a che punto siamo nella costruzione del ponte Belvedere».