26 Agosto 2025 - 18:15:28
di Vanni Biordi
L’Aquila si prepara a vivere i momenti culminanti della 731esima Perdonanza Celestiniana, l’antico giubileo istituito da Papa Celestino V nel 1294 e riconosciuto patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2019. Dal 23 al 30 agosto, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio diventa il cuore pulsante di un evento che unisce fede, storia e cultura, con un tema quest’anno incentrato sul perdono come strumento di pace tra i popoli e nelle famiglie.
Inaugurata sabato scorso con l’accensione del Tripode della Pace in Piazza del Palazzo, un ritorno simbolico dopo 16 anni dal terremoto, la Perdonanza include convegni teologico-pastorali, gala di danza, concerti, spettacoli e il tradizionale corteo storico. Ma quest’edizione introduce un’innovazione artistica: dieci pannelli in legno che fungono da confessionali, realizzati dall’artista abruzzese Francesco Montorselli, in arte Cico, per garantire privacy durante le confessioni.
La Perdonanza Celestiniana affonda le radici nel Medioevo, quando Pietro da Morrone, incoronato Papa Celestino V proprio a Collemaggio, emise la Bolla del Perdono, concedendo l’indulgenza plenaria a chi varcasse la Porta Santa tra il 28 e il 29 agosto. Questo rito, il più antico Giubileo della storia, ha attraversato secoli di turbolenze, inclusi terremoti e guerre, diventando un pilastro identitario per L’Aquila e l’Abruzzo. Geograficamente, la Perdonanza si inserisce in un tessuto di rapporti complessi: da un lato, rafforza i legami tra la Chiesa romana e le periferie appenniniche, simboleggiando un ponte tra centro e margini; dall’altro, riflette le dinamiche post-sismiche, con la ricostruzione della basilica, completata nel 2017, come metafora di rinascita collettiva.
In questo quadro, la visita di Papa Francesco nel 2022 per la 728esima edizione ha segnato un turning point. Il Pontefice, primo a presiedere il rito di apertura della Porta Santa dopo Celestino V, dopo 700 anni, ha prolungato l’indulgenza per un anno intero, enfatizzando temi di umiltà e perdono in un contesto di crisi globali. La sua presenza ha rinvigorito i rapporti tra Vaticano e comunità locale, con un’attenzione particolare alla spiritualità quotidiana. È proprio da quell’occasione che, secondo fonti vicine all’organizzazione, è emersa l’idea di migliorare la privacy nelle confessioni: il Santo Padre avrebbe notato come queste si svolgessero in spazi aperti, esposti a sguardi indiscreti, durante l’evento affollato. Questo spunto ha intrecciato fede e innovazione, coinvolgendo l’arte locale in un dialogo tra tradizione e modernità.
Francesco Montorselli, nato a Cesaproba, un piccolo borgo montano nel cuore degli Appennini abruzzesi, frazione di Montereale, è un artista contemporaneo che sotto lo pseudonimo Cico ha sviluppato un linguaggio espressivo radicato nel territorio. Le sue opere, spesso ispirate al paesaggio appenninico e alla spiritualità, trovano in questa commissione un’espressione unica: dieci pannelli in legno denominati “Perdonali“, concepiti come confessionali portatili per le confessioni durante la Perdonanza. Ispirati alla facciata romanico-gotica della Basilica di Collemaggio, con i suoi motivi geometrici e le rose stilizzate, questi pannelli non sono mere strutture funzionali, ma installazioni artistiche che fondono estetica e sacralità.
Realizzati in legno, i “Perdonali” evocano l’intimità del confessionale tradizionale, ma con un design moderno che richiama la facciata della basilica: linee curve, intarsi che mimano i portali e le decorazioni marmoree, per creare spazi riservati all’interno del vasto ambiente sacro. L’idea, nata post-visita papale, risponde a una esigenza pratica, quella di garantire la riservatezza del sacramento in un evento di massa, ma si carica di significati simbolici: il perdono come atto personale, protetto da un velo artistico che dialoga con l’architettura storica.
In un discorso più ampio, questa edizione della Perdonanza riflette una dinamica dei rapporti in evoluzione. L’Aquila, crocevia tra Appennino e Mediterraneo, usa l’evento per proiettarsi oltre i confini locali: il tema della pace interpella conflitti globali, dal Medio Oriente all’Ucraina, mentre i rapporti con il Vaticano si rafforzano attraverso gesti come la visita del 2022, che ha attirato migliaia di pellegrini e rilanciato il turismo spirituale. L’integrazione dell’arte di Cico simboleggia un rinnovamento: non solo ricostruzione fisica post-terremoto, ma anche culturale, dove l’Abruzzo periferico dialoga con la Chiesa universale, incorporando sensibilità contemporanee come la privacy individuale in un’era di esposizione mediatica.
I “Perdonali” di Cico, sono innovativi, pongono domande sul confine tra sacro e profano: l’arte può elevare il rito e lo estetizza.
In buona sostanza, i dieci pannelli di Cico rappresentano un tentativo di coniugare funzionalità e bellezza, ispirandosi alla facciata di Collemaggio per creare spazi di intimità spirituale. Il richiamo alla basilica appare semplice e naturale, con un design che potrebbe risultare troppo astratto per un contesto liturgico tradizionale, ma non distoglie affatto dall’essenza del sacramento. Funzionalmente, risolve il problema della privacy notato da Papa Francesco, questi confessionali portatili privilegiano un approccio più intimo e riservato. I “Perdonali” di Cico incarnano lo spirito abruzzese: resiliente, creativo e ancorato alle radici, una linea, forte e gentile, tra passato e futuro per una Perdonanza che continua a evolversi.