05 Novembre 2025 - 11:02:17
di Redazione
Una interrogazione per conoscere le sorti dei 60 milioni di euro disponibili per il “Centro nazionale di formazione del Servizio civile universale – Centro Scu” è stata presentata al sindaco dai consiglieri Gianni Padovani ed Enrico Verini.
«Finora nulla è stato speso e sono stati impegnati soltanto 5,6 milioni e mancano inspiegabilmente all’appello quasi 55 milioni di euro, forse utilizzati per altri scopi. Apprendiamo dalla stampa – scrivono i due consiglieri – che è stato approvato il progetto esecutivo degli interventi per la riconversione di varie piastre del progetto Case, proprio per avviare la creazione del Centro SCU. Un progetto esecutivo che vogliamo vedere, dato che non è stato discusso dal Consiglio comunale né risulta ad oggi pubblicato sul sito istituzionale del Comune. L’investimento per il Centro SCU ammonterebbe a miseri 5,6 milioni e nell’interrogazione chiediamo di sapere per quale motivo l’intervento, approvato dal governo Draghi con una dotazione di ben 60 milioni, somma poi ribadita dal Ministro Abodi proprio qui all’Aquila (22.4.24), ora sia stato ridotto del 90% rispetto alla originaria dotazione».
«Ricordiamo – sottolineano Padovani e Verini – che la realizzazione del Centro SCU rappresenta importante opportunità di crescita sociale ed economica della nostra città, rafforzandone la vocazione tipica per la formazione, la ricerca ed il terzo settore. Il Centro SCU stimola inoltre la cooperazione istituzionale, diffonde la cultura della solidarietà, rafforza la comunità locale e promuove le attività economiche cittadine per via delle presenza di centinaia di allievi. Sulla base del progetto enfaticamente presentato da Comune e Governo, il Centro SCU dovrebbe essere solo il primo tassello di una strategia di integrazione di una pluralità di importanti iniziative – tra le quali il progetto “RETE” ed il Villaggio della gioventu’ – che mette al centro proprio i giovani, garantendo opportunità di vita e di realizzazione, attraverso servizi di qualità e creando le condizioni che incentivino crescita, sviluppo e lavoro».
«La complessità, la modularità e l’ambizione del progetto giustificavano appunto la cospicua dote di 60 milioni, con l’obiettivo di accogliere a regime 2500 giovani volontari provenienti da tutta Italia. L’elemosina ora impegnata dall’Amministrazione (5,6 milioni) risulta assolutamente insufficiente ai fini degli obiettivi originari dell’intervento che, in ogni caso, sarà ormai impossibile da realizzare entro il 2026 nelle sue molteplici e complesse articolazioni», aggiungono.
«Dove sono finiti i 55 milioni di euro spariti, forse persi nei gorghi delle frequenti e maldestre distrazioni di risorse effettuate dal governo cittadino? Oppure il progetto avrà degli ulteriori sviluppi e, se così fosse, perché il Consiglio comunale non è informato di nulla, pur trattandosi di opera strategica e quindi di competenza piena dell’assise civica?», chiedono i consiglieri.
«Da considerare che troppe cose si stanno affollando alla scadenza di legge e sarà impossibile per l’amministrazione ritardataria realizzare tutti i progetti messi in cantiere e già finanziati: il Centro SCU con le sue emanazioni, la Scuola per la Pubblica Amministrazione, le Comunità Energetiche, solo per citare gli interventi più rilevanti da completare entro il 2026 – osservano – Il sospetto, ormai una certezza, è che si tratti della solita occasione persa per la rigenerazione post-sisma e per lo sviluppo della comunità. Non risulta ancora individuata, obbligatoriamente con gara, l’impresa o le imprese che dovrebbero spendere questi 60 milioni – nel caso fossero ancora disponibili – ed il rischio di perdere le risorse ormai è altissimo, come nei casi già citati».
«A meno che i vari progetti citati non trovino tutti ospitalità da parte degli imprenditori privati che hanno rilevato l’ex Zecca ed ottenuto un generosissimo finanziamento per la ristrutturazione, quasi 70 milioni di euro. Nell’interrogazione chiediamo pure di smentire, o confermare, il tam tam che circola in Città, ovvero che l’ex Zecca, prima di qualsiasi gara pubblica, sia stata già definita come destinazione finale per le sopra citate iniziative. Anche su questo occorre trasparenza e quella chiarezza che sempre manca nelle scelte di questa amministrazione».
«Il sospetto è che il governo cittadino stia ritardando gli avvisi pubblici per la sede della Scuola PA e per il prosieguo del Centro SCU, obbligatori per legge, per perseguire scopi non chiari ovvero abbia deviato almeno parte delle risorse verso altri interventi, tipo pavimentazione bianco sporco o gli pseudoeventi culturali che infestano la città con vantaggi per pochi. Assistiamo a giochi di scatole cinesi, rimodulazioni selvagge, decisioni assunte a proprio piacimento, espedienti penosi come nel caso del vertice della Polizia Locale, senza alcuna trasparenza e con gravi danni per il futuro del territorio. Vogliamo sapere la verità», concludono Padovani e Verini.
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