24 Novembre 2025 - 10:37:34
di Redazione
«Il Consiglio comunale ha votato l’adesione al programma strade sicure un anno fa, ma il prefetto ha attivato l’attivazione della procedura?».
Lo chiedono in una nota i consiglieri comunali Gianni Padovani e Enrico Verini che precisano come «circa un anno fa, il Consiglio comunale ha votato la nostra proposta per chiedere l’adesione dell’Aquila al programma strade sicure, attraverso cui avere sul territorio uno stanziamento di alcune unità dell’esercito, con funzioni di polizia, che migliorino il controllo del territorio, come avviene in tantissime città di Italia, con amministrazioni di destra e di sinistra».
Verini e Padovani chiariscono poi la procedura che che conduce all’attivazione di strade sicure: «Approvata la mozione la procedura è la seguente: il Comune trasmette al prefetto la volontà della massima assise comunale che rappresenta la volontà della città. Il prefetto effettua l’istruttoria esaminando la richiesta del Comune; può acquisire il parere tecnico del questore e delle forze di polizia sulla situazione di sicurezza pubblica e, alla fine della procedura valuta se la richiesta è motivata; nel caso che non la ritenga tale, a nostro parere deve assumersi l’impegno morale di spiegare alla comunità i motivi; se invece ritiene che possa esser dato seguito all’istanza, la trasmette al Ministero dell’Interno, che valuta l’inserimento del Comune nel programma. Il Ministero dell’Interno e della Difesa arriva alla decisione finale; l’approvazione avviene tramite decreto interministeriale che dispone l’impiego dei militari e ne definisce i compiti e la durata. A questo punto c’è l’esecuzione operativa e la palla torna al duo questore-prefetto che organizzano il tutto».
I consiglieri precisano inoltre che il Comune ha proceduto con la fase 1, «ma non sappiamo nulla rispetto all’istruttoria del prefetto e, per questo motivo, abbiamo chiesto alla commissione di Garanzia e Controllo di convocare le parti perché informino noi, ma soprattutto la città, di come stanno le cose. Crediamo che la misura non sia più rinviabile perché, a dispetto di messaggi che tendono a dipingere un quadro idilliaco nel nostro territorio, non passa un solo giorno in cui non si abbia notizia di un furto, di una rissa, o di altri episodi violenti in città. Tutte le famiglie con figli adolescenti, hanno paura a farli uscire in centro e gli stessi ragazzi, con cui abbiamo personalmente parlato, percependo il pericolo, evitano di farlo (a proposito di rivitalizzare il tessuto sociale e il commercio aquilano)».
«Il terminal di Collemaggio, porta di ingresso e di partenza nella e dalla nostra città, è un luogo dove oggettivamente nessuna persona sana di mente si può sentire sicura e questo fa sì che peraltro sia sotto utilizzato dalla popolazione aquilana. Immaginate con l’afflusso dei visitatori nel prossimo anno per la Capitala Italiana della Cultura cosa potrà accadere e immaginate la narrazione che ne deriverebbe nel resto d’Italia e del Mondo. Ringraziamo sempre le forze dell’ordine che, seppur in una condizione di organico ridottissimo, fanno i salti mortali per dare il loro prezioso servizio a tutti noi, ma serve qualcosa in più e, la misura da noi promossa, significherebbe avere personale aggiuntivo assolutamente necessario», concludono.
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