03 Dicembre 2025 - 18:13:03
di Martina Colabianchi
Dopo le minacce ai giudici del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, si è tenuta proprio nel capoluogo un’assemblea straordinaria, in solidarietà dei magistrati, organizzata dall’Anm regionale. Presente anche il vicepresidente nazionale dell’Associazione Marcello De Chiara.
Gli attacchi erano arrivati in seguito all’ordinanza con cui è stato disposta la sospensione della patria potestà, e il conseguente allontanamento dei tre figli minori, ai genitori della “famiglia nel bosco” di Palmoli.
«Era doveroso, per noi, venire qui a L’Aquila per testimoniare in concreto la nostra piena solidarietà a colleghi che sono stati oggetto di attacchi feroci e ingiustificabili, che hanno travalicato i limiti della critica, che è sempre legittima, e hanno investito i magistrati che hanno firmato l’ordinanza – ha dichiarato, ai microfoni di LaQtv, il vicepresidente di Anm Marcello De Chiara -. Noi riteniamo che tutto questo non sia accettabile e che la critica debba essere espressa sempre con toni rispettosi, tanto più in questo caso in cui parliamo di un provvedimento che è frutto di un percorso complesso, articolato, in cui sono stati esperiti innumerevoli tentativi per addivenire a soluzioni meno traumatiche».

«Questi attacchi strumentali ci preoccupano e ci spingono a temere che siano funzionali ad una campagna che sta assumendo, nostro malgrado, dei toni secondo noi inappropriati, perché si sta sempre di più trasformando in una campagna di delegittimazione alla magistratura – ha detto ancora il vicepresidente nel corso della riunione -. Questo è un esempio piuttosto evidente, i magistrati hanno assunto una decisione all’esito di una lunga istruttoria, non dovrebbe questo diventare oggetto di propaganda».
«Per quello che riguarda Matteo Salvini – ha aggiunto De Chiara -, ritengo che bisognerebbe evitare di alimentare polemiche che a volte sembrano solo strumentali e che soprattutto banalizzano la complessità di una vicenda che è oggettivamente complicata. Ovviamente la critica è legittima, ma va espressa secondo me entro certi limiti precisi, i social devono essere usati con cautela quando si parla di decisioni così complesse, perché il rischio è di compromettere da un lato la serenità e dall’altro dare messaggi fuorvianti».
«Oggi siamo molto orgogliosi e contenti della presenza della Giunta esecutiva centrale in forze qui a L’Aquila – così il giudice Virginia Scalera, presidente dell’Anm Abruzzo -. Il messaggio che vogliamo comunicare è che la magistratura svolge sempre il suo ruolo istituzionale con serietà, senza condizionamenti e senza subire le pressioni mediatiche. È un ruolo fondamentale e va difeso. Noi, purtroppo, in questa vicenda siamo stati coinvolti in un battage mediatico che era da destinare, forse, a qualcos’altro ma siamo felicissimi di essere qua e di rappresentare i colleghi e le colleghe del tribunale tutta la solidarietà dei magistrati del distretto e d’Italia per l’attività che hanno svolto con serietà, serenità e senza farsi condizionale».
E per quanto riguarda le interferenze della politica, Scalera ribadisce l’importanza di «far passare il messaggio che la magistratura lavora senza condizionamenti, soprattutto politici, ed è un valore importante per lo Stato democratico e per tutti i cittadini».
Nel corso della riunione è intervenuta la presidente del Tribunale dei minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano, primo bersaglio di attacchi sui social e di vere e proprie minacce.
«Noi abbiamo applicato delle regole giuridiche, contemperate, dopo aver fatto dei tentativi di un bilanciamento tra interessi e diritti sempre volto nell’ottica degli interessi del minore, quindi cercando la collaborazione dei genitori perché loro stessi riescano ad attuare quei diritti – ha detto -. Se questa collaborazione viene, se la disponibilità migliorare c’è, si cerca di trarre la via che è quella più vicina a quel diritto principale, universale che è quello del bambino alla felicità, che prevederebbe il poter vivere serenamente con i suoi diritti garantiti all’interno della sua famiglia di origine. E abbiamo uno strumentario che abbiamo utilizzato, bene, male, lo dirà la Corte che ci valuterà in appello, lo diranno i successivi gradi».
«Noi, come tutti i giudici, come tutti i Tribunali, ci occupiamo di diritti – ha aggiunto -. L’occhio con cui noi decidiamo questioni di diritto è quello di quei diritti che a tutti i minori sono garantiti a partire dalla Convenzione dell’Onu del 1989″. “Non solo noi giudici siamo stati oggetto di attacchi più o meno sconsiderati – ha concluso -. Non è stato mantenuto e garantito nemmeno il diritto alla riservatezza dei minori, che il nostro ordinamento riconosce. Quei bambini sono stati esposti nella loro immagine, nel loro nome, nel loro posto dove vivevano, in tutto quello che la legge prevede non si possa fare con un minorenne».
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