07 Dicembre 2025 - 09:20:17

di Martina Colabianchi

Il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” dell’Aquila rischia una paralisi istituzionale che potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’attività didattica e, soprattutto, sugli studenti.

A lanciare l’allarme sono proprio gli studenti di una delle più prestigiose istituzioni del capoluogo dopo la decisione del Tar di annullare l’ammissibilità della candidatura di Giuliano Cavaliere, invalidando le operazioni di voto del 20 maggio e lasciando, di fatto, privo di governance il conservatorio a poche settimane dal 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale italiana della Cultura.

Proprio il Casella ospiterà, nel corso dell’anno, alcuni eventi in programma tra cui “L’orchestra jazz che vorrei” in programma il 17 gennaio, tra poco più di un mese.

Nella contesa per il ruolo di direttore, il violinista Giuliano Cavaliere aveva sconfitto lo sfidante Claudio Trovajoli con 63 voti contro 48. Proprio Trovajoli, pochi giorno dopo la proclamazione del vincitore, ha cominciato una battaglia contro Cavaliere che lo ha portato a ricorrere al Tribunale amministrativo, cui ha presentato ricorso il 18 giugno.

La sentenza, arrivata a qualche mese di distanza, si basa sulle regole elettorali del conservatorio che indicano come requisito per candidarsi a direttore quello di essere docente di ruolo da almeno sei anni, requisito che a lui mancherebbe.

«Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso, – scrivono gli studenti in una nota – ma senza pronunciarsi né sul diritto di Trovajoli a essere proclamato direttore, né sulle modalità per la definizione del processo elettorale. Una situazione che ha prodotto, di fatto, uno stallo istituzionale. Particolare rilevanza assume il fatto che il ricorrente non abbia chiesto né l’annullamento dell’intera procedura elettorale, che avrebbe consentito l’indizione di nuove elezioni, né il riconoscimento diretto del proprio diritto alla proclamazione. Una scelta definita da molti come consapevole, ma le cui conseguenze stanno ora ricadendo sull’intera comunità accademica, con il rischio concreto che studenti e docenti paghino il prezzo più alto».

«In un momento cruciale dell’anno accademico, con corsi, esami e attività artistiche in pieno svolgimento, il blocco delle funzioni decisionali potrebbe compromettere la programmazione didattica e amministrativa».

«Ora si attendono gli sviluppi legali da parte degli avvocati delle parti coinvolte, mentre cresce l’appello a un intervento rapido del Ministero dell’Università e della Ricerca, chiamato a evitare che un contenzioso personale si trasformi in un danno strutturale per un’istituzione culturale di primaria importanza. Il timore, sempre più concreto, – concludono – è che a pagare le conseguenze di questa vicenda siano ancora una volta gli studenti».