19 Dicembre 2025 - 10:51:59
di Tommaso Cotellessa
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie il clima politico in Abruzzo si fa tutt’altro che disteso. La discussione in Consiglio regionale sul Bilancio di previsione 2026 ha infatti acceso un duro confronto, culminato nella conferenza stampa dei consiglieri del Patto per l’Abruzzo, la coalizione di centrosinistra alternativa alla Giunta guidata da Marco Marsilio.
I consiglieri hanno espresso un giudizio fortemente negativo sull’operato del Governo regionale, accusato di essere costretto a rincorrere soluzioni tampone per colmare «una voragine generata da sette anni di inefficienza della destra».
Secondo il Patto per l’Abruzzo, la maggioranza deve reperire complessivamente 170 milioni di euro, ricorrendo a misure che gravano direttamente sui cittadini: 40 milioni derivanti dall’aumento delle tasse regionali e 130 milioni da tagli ai servizi. A questo si aggiunge, per la prima volta dopo oltre vent’anni, un nuovo indebitamento pari a 33 milioni di euro l’anno nel triennio 2026-2028.
«Il deficit sanitario – sostengono i consiglieri – ha fagocitato anche le somme accantonate per gli investimenti. Queste scelte riducono il potere d’acquisto, comprimono i servizi e sacrificano comparti strategici, frenando la crescita e la competitività della regione. Con il Governo di centrodestra l’Abruzzo sta deteriorando il proprio sistema economico, rendendo i territori sempre più poveri e con minori opportunità di sviluppo».
A chiarire le ragioni del parere negativo è stato il leader del Patto per l’Abruzzo, il professor Luciano D’Amico. «È un bilancio che introduce per la prima volta un ulteriore aumento delle addizionali regionali – ha spiegato – e che si caratterizza per tagli generalizzati. Dopo sette anni di governo non si affronta ancora il nodo irrisolto della sanità, che continua a bruciare risorse come un incendio sempre più esteso. Nessuno si occupa di spegnerlo né di ricondurre il sistema sanitario a una sostenibilità per i cittadini e per le casse regionali».
D’Amico ha inoltre criticato l’atteggiamento attendista della Giunta: «Si spera in una sorta di amicalità del Governo nazionale per ottenere qualche finanziamento in più, ma le cause strutturali della crisi della Regione Abruzzo non vengono minimamente affrontate».
Ancora più duro il capogruppo del Partito Democratico, Silvio Paolucci, che ha parlato di tagli indiscriminati: «Colpiscono tutti i settori e riguardano tutti, tranne i soliti pochi amici. Poca cultura e solo per gli amici, così come per lo sport e per altre politiche promosse dal Governo regionale».
Per rendere concreti gli effetti delle scelte della maggioranza, i consiglieri di opposizione hanno richiamato nel dettaglio le principali voci colpite. I beni culturali subiscono una riduzione complessiva di circa 1,5 milioni di euro, mentre la missione sport e politiche giovanili registra un taglio superiore ai 2,3 milioni. Le politiche del lavoro perdono quasi 2,8 milioni di euro e anche l’agricoltura viene ridimensionata, con una decurtazione di oltre 275 mila euro.
Riduzioni significative interessano inoltre numerose leggi regionali e istituzioni culturali: la Film Commission perde oltre 440 mila euro, il Teatro Marrucino circa 191 mila euro, la Fondazione Michetti più di 24 mila euro e l’Istituto Tostiano oltre 18 mila. Tagli colpiscono anche iniziative di promozione territoriale e culturale come Paesi Dipinti, il Premio Paolo Borsellino e la Fondazione Di Persio-Pallotta.
Sul fronte sportivo, il fondo previsto dalla legge regionale n. 2 del 2018 viene ridotto di oltre 1,4 milioni di euro; diminuiscono di circa 924 mila euro anche le risorse per iniziative sportive nazionali e internazionali organizzate dagli enti locali. Alle Province, infine, vengono sottratti più di 716 mila euro destinati agli interventi per la sicurezza stradale.
Le conseguenze, secondo l’opposizione, ricadono direttamente sui cittadini: oltre all’aumento delle tasse, il deficit sanitario ha già prodotto il mancato pagamento del salario accessorio agli operatori della sanità, con la perdita definitiva di quello relativo agli anni precedenti, e una riduzione complessiva dei servizi erogati.
Nel frattempo, denunciano i consiglieri, continuano a trovare spazio finanziamenti ritenuti discutibili dalle opposizioni, come 1,2 milioni di euro al Napoli Calcio, 450 mila euro per la Notte dei Serpenti e 500 mila euro per il Festival dannunziano.
Per il Patto per l’Abruzzo, anche le politiche per lo sviluppo e l’industria restano ferme a «parole inutili», confermando che «questa avventura regionale, che dura da otto anni, non è stata altro che un fallimento».
«Siamo davanti a un bilancio non realmente bilanciato – concludono – che strizza l’occhio ai soliti noti e mortifica il tessuto economico e sociale abruzzese. Le casse regionali sono state compromesse da anni di scelte prive di visione, mentre il Servizio sanitario regionale continua a bruciare risorse senza che vengano avanzate proposte concrete per riformarlo».
Liste d’attesa, mobilità passiva e rinuncia alle cure sono ormai, secondo l’opposizione, problemi strutturali affrontati solo confidando in trasferimenti straordinari dal Governo centrale.
Il Patto per l’Abruzzo rivendica l’assenza, nel DEFR e nel Bilancio, di interventi strutturali su sanità, trasporto pubblico locale, lavoro, ambiente e politiche sociali. «Governare significa programmare – affermano – non disperdere risorse né rinviare i problemi».
In particolare, l’opposizione sottolinea la mancanza di una strategia per il lavoro in una regione dove il potere d’acquisto è basso, i salari medi sono inferiori alla media nazionale, l’80% dei nuovi contratti è precario, la disoccupazione giovanile sfiora il 30% e oltre 4.000 giovani lasciano l’Abruzzo ogni anno.
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