14 Novembre 2023 - 13:21:30

di Martina Colabianchi

Dopo il successo della cerimonia di consegna dei premi svoltasi il 28 ottobre, il “Premio Borsellino tutto l’anno” ha voluto riprendere, stamattina, le proprie iniziative sul terribile reato della pedopornografia. Lo ha fatto a Palazzo Fibbioni, organizzando un incontro pubblico con Don Fortunato Di Noto e Don Maurizio Patriciello. Presente anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.

In prima fila contro la tratta dei minori destinati a un vero e proprio mercato della prostituzione indirizzato ai pedofili c’è infatti Don Fortunato di Noto, sacerdote siciliano fondatore dell’associazione “Meter” per la tutela dell’infanzia in Italia e nel mondo con il supporto della Conferenza Episcopale Italiana, docente all’università pontificia, membro dell’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia presso il Ministero delle comunicazioni, del Comitato Scientifico per la Lotta alla Pedofilia istituito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, e dell’Osservatorio Nazionale contro la Pedofilia del Ministero dell’Interno. Riconosciuto massimo esperto mondiale nel contrasto alla pedofilia, da più di 30 anni impegnato al contrasto della pedopornografia in Italia e nel mondo che ha stilato un protocollo ufficiale di lavoro con la Polizia Postale italiana e con decine di polizie in tutto il mondo.

E poi Don Maurizio Patriciello, il coraggioso sacerdote di Caivano, luogo delle terribili violenze sessuali perpetrate ai danni di due cuginette 13enni, “garante” del Premio Borsellino, che da tempo denuncia il degrado nelle periferie delle nostre città, l’eco business mafioso nelle “terre dei fuochi” che provocano tumori, e nei giorni scorsi ha denunciato il turpe traffico di video porno che interessavano i minori della sua città.

Oltre ad essere reato, la pedopornografia è soprattutto un atto criminale – spiega Don Fortunato di Noto ai microfoni della stampa. Oggi più di ieri questo crimine abietto si è molto strutturato arrivando a costituire anche delle forme di associazione a delinquere per quanto riguarda il crimine della pedopornografia, credo che da una parte bisogna sempre alzare il livello per applicare le leggi che abbiamo, che sono all’avanguardia qui in Italia, dall’altra parte bisogna fare sempre una grande opera di prevenzione, informazione e parlare ai nostri minori, dicendogli che il corpo è un terreno inviolabile, che bisogna rispettarlo e farsi rispettare soprattutto“.

Il fenomeno è enorme, trasversale, molto impegnativo. Il report Meter, che ogni anno produciamo e i cui dati vengono confermati anche dalla Polizia Postale italiana e dalle Polizie estere, ci dimostra come il fenomeno sia veramente esteso, quasi inquantificabile per quanto riguarda la produzione di materiale pedopornografico, ma anche perché internet favorisce la possibilità attraverso i social che vengono utilizzati senza criteri e senza sicurezza, la forte primaria dell’adescamento dei nostri bambini. L’età si abbassa sempre di più soprattutto per la produzione del materiale, ormai il fenomeno della “infantofilia”, cioè bambini neonati violati nella loro intimità coinvolgono anche le cosiddette “pedomamme”. Oggi qui a L’Aquila – conclude Don Fortunato – abbiamo possibilità di parlarne e questo ci offre un percorso di riscatto, perché noi guardiamo alle vittime che subiscono una delle conseguenze più brutte: l’omicidio psicologico“.