Devastazione nel Parco del Gran Sasso, ruspe al lago di Pagliara a Isola del Gran Sasso distruggono ettari di habitat rarissimi

21 Novembre 2023 - 10:41:19

Ruspe nel parco del Gran Sasso devastano ettari di rarissimi habitat al
Lago di Pagliara a Isola del Gran Sasso.

Inquietanti immagini evidenziano movimenti terra e taglio indiscriminato
di alberi e vegetazione ripariale.

Esposto della Stazione Ornitologica Abruzzese.

FOTO/VIDEO DEI LAVORI QUI: we.tl/t-wDF5DxtJ6q

FOTO DI PRIMA QUI: we.tl/t-JnRBUSyRFe

Le ruspe hanno completamente devastato una delle rarissime aree umide
del versante teramano del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della
Laga, il lago Pagliara a Isola del Gran Sasso, distruggendo
preziosissimi habitat tutelati a livello europeo dove vivevano specie di
anfibi, come i tritoni, e uccelli anch’essi protetti.

La Stazione Ornitologica Abruzzese mercoledì scorso 15 novembre ha
depositato un esposto (testo qui sotto) alle autorità per chiedere
l’immediata interruzione di ogni lavoro e di perseguire eventuali reati.

È desolante che in un’area protetta a livello europeo vengano rasi al
suolo ettari ed ettari di rarissima vegetazione ripariale, che lo stesso
parco definiva di elevatissimo valore naturalistico per la presenza di
specie di piante e animali particolarmente protetti.

Non sappiamo se i lavori siano gli stessi per i quali il comune di Isola
del Gran Sasso, al fine di realizzare una pozza utile per l’antincendio,
aveva chiesto il nulla osta del parco che lo aveva concesso prescrivendo
però una stretta tutela della vegetazione ed escludendo categoricamente
lavori in alveo e movimento terra.

Se fossero proprio questi, sarebbe gravissimo sia per quelle che
appaiono come palesi ed esplicite violazioni delle prescrizioni
dell’Ente Parco sia perché addirittura sarebbero stati utilizzati fondi
europei in totale contrasto con le direttive comunitarie che impongono
la tutela di questi habitat e di queste specie.

Davanti a queste immagini di devastazione fa sorridere amaramente il
ricordo delle note e surreali vicissitudini patite da un cittadino che
aveva realizzato a mano e in buona fede degli stagni di pochi mq per
favorire gli anfibi proprio all’interno del parco del Gran Sasso,
perseguito per tale “misfatto” dalle autorità preposte fino a subire
addirittura un processo penale.

Vedremo ora se gli enti preposti imporranno non solo lo stop ai lavori
ma anche il ripristino degli ettari distrutti, oltre a valutare la
posizione dei responsabili di tale intervento devastante.

Qui sotto l’esposto.

Ministero dell’Ambiente – direzione Patrimonio Naturalistico
Regione Abruzzo – ufficio parchi
Regione Abruzzo – ufficio foreste
Regione Abruzzo – servizio Valutazioni ambientali
Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Carabinieri Forestali della Provincia di Teramo
Carabinieri Forestali del Parco del Gran Sasso
Carabinieri Forestali di Tossicia

URGENTE

OGGETTO: lavori in corso nel Parco nazionale del Gran Sasso al lago di
Pagliara – Isola del Gran Sasso (TE) – distruzione degli habitat
presenti tutelati – distruzione di aree di riproduzione e rifugio
potenziale di anfibi – mancato rispetto delle prescrizioni del nulla
osta del Parco – RICHIESTA DI IMMEDIATA INTERRUZIONE DEI LAVORI

Oggi pomeriggio è pervenuta all’associazione scrivente una
inequivocabile documentazione fotografica e video (raccolta oggi stesso
e che qui si allega) che mostra la completa alterazione dei rari habitat
del lago di Pagliara nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della
Laga, nel comune di Isola del Gran Sasso (TE).

Sono visibili ampi scavi realizzati con mezzi meccanici nel sedime del
lago, con conseguente distruzione di stragrande parte della vegetazione
presente, compresa quella arborea.

Basta osservare le foto dell’area prima dell’intervento per comprendere
il notevolissimo valore di questa area umida.

Si tratta di una iniziativa a dir poco sconcertante all’interno di un
parco nazionale e in siti Natura2000 protetti dalla UE.

Un’area di estremo valore naturalistico per la presenza di specie di
fauna e flora e di habitat tutelati a livello europeo; si tratta di una
delle pochissime aree umide dell’intero parco (si veda la dettagliata
descrizione nel documento del Parco allegato).

Dalle prime informazioni raccolte sembrerebbe trattarsi di un intervento
realizzato dal comune di Isola del Gran Sasso, progetto che ha ricevuto
numerosissime e altrettanto inequivocabili prescrizioni nel nulla osta
dell’Ente Parco che appaiono stridere con quanto si può rilevare nelle
immagini.

Tra le prescrizioni dell’Ente Parco, a mero titolo di esempio,
ricordiamo:
“è assolutamente vietata la realizzazione di scavi, lavori di
movimentazione terra e costruzione di
nuovi manufatti all’interno del lago.
j) è vietato l’accesso in alveo con qualsiasi mezzo, considerando che il
lago va inteso nella sua
ampia accezione di area umida e considerando che dovrà essere presa in
considerazione la
massima superficie di invaso come riscontrabile nelle stagioni più
favorevoli;”.

E oltre:
“qualsiasi lavorazione di riprofilatura delle sponde e di pulizia della
vegetazione dovrà essere
effettuata solo manualmente o comunque senza accesso di mezzi d’opera in
alveo;”

Tali prescrizioni erano formulate su una prima versione degli elaborati
progettuali, in quanto, testualmente secondo il Parco il progetto
depositato presentava “evidenti rischi di determinare incidenze negative
molto significative di
alcuni degli interventi previsti, con particolare riferimento alla
realizzazione di scavi, lavori di
movimentazione terra, impermeabilizzazioni del fondo del lago …’

Nel nulla osta, il Parco richiedeva altresì di svolgere, prima
dell’avvio dei lavori, rilievi dettagliati della vegetazione presente e
delle sponde del lago, nonché un sopralluogo per concordare con maggiore
precisione le aree su cui intervenire in maniera selettiva (al contrario
di quanto si può osservare nelle immagini).

In ogni caso, il nulla osta escludeva anche la modifica sostanziale del
fondo del laghetto, intervento proposto – incredibilmente, verrebbe da
dire, trattandosi di alterazione completa di ambienti tutelati da
numerose norme comunitarie e nazionali (a partire dai divieti della
Legge 394/1991; si veda non a caso quelli richiamati nel nulla osta del
Parco) – dal comune.

Aggiungiamo che abbiamo inutilmente cercato sui siti istituzionali la
documentazione della Valutazione di Incidenza Ambientale svolta dal
comune, nonostante i precisi obblighi di pubblicità e trasparenza
dettati dalle Linee guida nazionali sulla Vinca. Addirittura
sembrerebbe, a leggere il nulla osta, che sia stato effettuato il solo
“screening” Vinca. Se così fosse, si tratterebbe anch’essa di una
evidente violazione delle Linee guida in quanto lo stesso nulla osta del
parco evidenzia potenziali (e pesanti) incidenze negative per le specie
e gli habitat protetti dalla UE.

Riservandoci ogni altro intervento e approfondimento, chiediamo:
1)di fermare immediatamente i lavori in corso presso il lago onde
evitare più gravi conseguenze sulla fauna, sulla flora e sugli habitat
protetti a livello nazionale e comunitario;
2)se effettivamente si tratta dei lavori proposti dal comune di Isola
del Gran Sasso;
3)in tal caso, di valutare tutte le inosservanze rispetto al nulla osta;
4)di valutare la sussistenza di eventuali reati, ivi compreso quello
previsto dall’articolo 733bis del Codice Penale;
5)sulla base di quanto previsto dal D.lgs.33/2013 e dal D.lgs.195/2005,
al solo Ente Parco: a)copia del verbale del sopralluogo svolto
preventivamente ai lavori così come prescritto nel nulla osta; b)copia
del parere reso in sede di V.Inc.A.; c)copia dei rilievi prescritti
relativamente allo stato del laghetto; d)copia degli studi di incidenza
e degli elaborati progettuali depositati dal comune; e)copia della
determina del comune di Isola del Gran Sasso di conclusione del
procedimento di V.Inc.A..

PS: certo davanti a queste immagini non possono non tornare alla mente
le note e surreali vicissitudini patite da un cittadino che aveva
realizzato a mano e in buona fede degli stagni di pochi mq per favorire
gli anfibi all’interno del Parco del Gran Sasso, perseguito per tale
“misfatto” dalle autorità preposte fino a subire addirittura un processo
penale.

Siamo certi che ora vi sarà occasione per attivarsi anche con maggiore
impegno, zelo e solerzia visto che in questo caso la rara e preziosa
vegetazione preesistente, patrimonio del parco e dell’Europa, è stata
devastata direttamente dalle ruspe.

Certo di un immediato riscontro, alleghiamo la documentazione citata
nonché le immagini di prima (di alcuni anni or sono) e ora.

Augusto De Sanctis
Consigliere Stazione Ornitologica Abruzzese