10 Dicembre 2023 - 20:48:53

di Martina Colabianchi

La destra mostra, di nuovo, il suo vero volto: forte con i deboli e debole con i forti. Come non bastasse la vergognosa sceneggiata sul Salario Minimo, il governo Meloni e la sua maggioranza dimostrano, una volta di più, sprezzante disinteresse per le lavoratrici e i lavoratori di questo paese. E stavolta, sono a rischio quasi 2mila posti di lavoro in tutta Italia, 117 nella città dell’Aquila: parliamo degli operatori del call center Tecnocall, che gestiscono le chiamate riferite al mercato tutelato luce e gas“.

Questo l’incipit di una nota del Partito Democratico aquilano in merito all’imminente fine del mercato tutelato e il conseguente rischio di perdita del posto di lavoro per 117 lavoratori aquilani che gestiscono il servizio di assistenza clienti per conto di ACEA.

La novità andrà ad incidere, come ricordato nello stesso comunicato dal Pd, anche sulle bollette di numerose famiglie e lavoratori italiani: “Come noto, per le bollette luce e gas sta per finire il regime di maggior tutela: non sono arrivate proroghe nel Decreto energia e, dunque, famiglie e partite iva dovranno sottoscrivere – entro la metà dell’anno prossimo – un nuovo contratto sia per la fornitura di metano sia per l’elettricità. E i prezzi non saranno più stabiliti da un’Autorità (oggi l’Arera) ma dalle singole compagnie“.

Una scelta dettata dall’Europa, dice la destra, – proseguono – a valle di un impegno assunto dei precedenti Governi per sbloccare i fondi del Pnrr; è vero, se non fosse che, da allora, sono scoppiate due guerre, con i costi dell’energia schizzati alle stelle. In questi mesi, il governo ha chiesto di rinegoziare gli accordi, ma si è dimenticata – o non ha voluto – una modifica dell’intesa sulla fine del mercato di tutela che sarebbe stata necessaria alla luce degli eventi internazionali che hanno prodotto l’attuale crisi energetica. Così, ha ‘gettato’ quasi 10 milioni di cittadini nel mercato libero in un momento congiunturale drammatico“.

“Una scelta che, come detto, rischia tra l’altro di far perdere il lavoro a quasi 2 mila lavoratori addetti dei call center impegnati nella gestione delle chiamate riferite al mercato tutelato“.

A tutto questo si aggiunge il paventato provvedimento di abolizione dell’art.36 ter che, estendendo l’applicabilità della clausola sociale ai cambi di appalto generati dai passaggi al mercato a tutele graduali, salvaguarderebbe la stabilità occupazionale. Art.36 per cui, come ricordato ancora dal Partito Democratico, proprio il nostro territorio, così duramente coinvolto sul fronte del lavoro dal sempre più prossimo stop al mercato tutelato, ha lottato strenuamente negli ultimi mesi. Si era così ottenuto, grazie a una battaglia sindacale e politica, “l’inserimento della ‘clausola sociale’ nell’articolo 36 ter al decreto-legge 4 maggio 2023, convertito dalla legge 85 del 3 luglio 2023. Una norma di dignità che doveva prevedere l’inserimento del principio che “i lavoratori seguono il lavoro” “.

“La destra però, con un colpo di spugna, ha cancellato il provvedimento che, pure, era stato annunciato con la solita, sterile, propaganda dai parlamentari di maggioranza del nostro territorio che avevano assicurato il mantenimento dei 117 posti di lavoro del call center Tecnocall”.

La nostra segretaria nazionale Elly Schlein, – continuano i dem – in visita all’Aquila nei giorni scorsi, ha voluto incontrare le rappresentanze sindacali del call center, promettendo l‘impegno del Pd a difesa della clausola sociale. Ebbene, manterremo la promessa, dal livello nazionale al livello locale“.

Ci aspettiamo che anche i parlamentari abruzzesi di centrodestra facciano sentire la loro voce contro la scelta scellerata della loro stessa maggioranza. Ci aspettiamo che il sindaco della città, e il Consiglio comunale tutto, – concludono – assumano una posizione forte contro il blitz del Governo, a difesa dei 117 posti di lavoro che il nostro territorio non può proprio permettersi di perdere“.