11 Dicembre 2023 - 13:36:43
di Redazione
“Questo palazzo, come si vede oggi, non ha quasi più nulla del palazzo di Margherita, l’edificio che fu progettato dall’architetto Fonticulano per accogliere degnamente la corte di Margherita d’Austria. Probabilmente, ciò che resta di quell’edificio lo troviamo nelle pietre recuperate dai lavori di ricostruzione, che a mio avviso, potrebbero essere i resti dell’originario scalone monumentale fatto costruire dall’architetto, in aggiunta al palazzo preesistente, quello del Capitano, per accogliere la regina”.
Lo storico aquilano Walter Capezzali ha ripercorso, oggi, prima con la stampa e poi in occasione del suo intervento per l’inaugurazione di palazzo Margherita, la storia dell’edificio che tornerà ad ospitare gli uffici comunali.
Il palazzo ospitò da fine ‘500 la regina Margherita d’Austria, figlia di Carlo V, e governatrice della città dal 1572 al 1586. Prima ancora, nel 1200, l’edificio fu invece palazzo del Capitano di Giustizia. Dalla metà del 1800 fu invece sede del palazzo di Giustizia, prima di ospitare, nel 1968 il Comune.
“L’area dove oggi sorge palazzo Margherita è quella destinata agli uffici del potere cittadino – ha aggiunto – Altro polo era invece quello della piazza del mercato, e sede diocesana che lì collocò il Duomo. Dopo la distruzione di Manfredi e la seconda rifondazione angioina che dà l’impianto attuale della città, L’Aquila si trovò quasi naturalmente ordinata attorno ai due poli urbani. Simbolo della comunità aquilana è stata poi la torre civica, eretta nel 1310, accanto alla quale significativamente e strategicamente, collocate al centro del tessuto urbano, furono fissate le sedi dei diversi organismi deputati alle funzioni della gestione del potere. Nel palazzo Margherita era situata la residenza del Capitano, rappresentante del potere regio, accanto alla sede del Camerario, un edificio di due piani, di non grandi dimensioni già esistente nel 1289. E’ attestata al 1495 l’esistenza della camera cittadina”.
Nel volume Il palazzo di Margherita D’Austria all’Aquila, tutti gli aspetti di palazzo Margherita sono stati oggetto di approfondimenti, con appositi saggi di alcuni studiosi.
“Dopo la pesante repressione della dominazione spagnola, ci fu una nuova resurrezione nella seconda metà del XVI secolo – ha proseguito Capezzali – Madama Margherita, figlia naturale dell’imperatore Carlo V, dovendo governare i possedimenti reali e quelli farnesiani dell’Italia centrale, scelse L’Aquila come sede della propria corte, in qualità di governatrice perpetua”.
“Il geniale Geronimo Pico Fonticulano fu allora incaricato di trasformare l’edificio per ospitarvi la governatrice – ha aggiunto – Egli disegnò un nuovo palazzo di grandi dimensioni, quelle attuali, che doveva occupare da solo e a fianco della torre civica, un intero isolato circondato da 4 strade. Il risultato è stato quello che oggi chiamiamo palazzo Margherita. Il terremoto del 1703, successivamente, danneggiò pesantemente l’edificio di cui crollarono le parti superiori di due pareti laterali, ma non mandò distrutto il doppio scalone, che fu abbattuto solo durante i lavori di restauro che, con alterne vicende, hanno caratterizzato molti anni della prima metà dell”800 , quando si decise fin dal 1819, dal potere regio meridionale, di destinare il palazzo a sede unica degli uffici giudiziari. In quel lungo periodo di numerosi progetti, venne anche ventilata l’ipotesi di abbattimento della torre civica che fu salvata da una sollevazione della cittadinanza e fu solo parzialmente modificata nel coronamento superiore. Solo nel 1968, con l’inaugurazione del palazzo di giustizia, l’edificio è stato dedicato nuovamente a sede potere municipale per subire, nel 2009, nuove ferite e tornare a ospitare solo oggi, dopo un lungo e attento restauro, la gestione del governo cittadino”.