12 Giugno 2023 - 17:06:56

di Martina Colabianchi

Sergio Ramelli fu una delle tante vittime di quegli anni settanta che ancora oggi ricordiamo come “anni di piombo”. Cosa ha fatto di particolare quel giovane per meritare di entrare nella toponomastica aquilana?
Perché scegliere proprio lui tra le tante persone falciate dall’odio che che in quegli anni spingeva l’una e l’altra parte ad affrontarsi armi in pugno?”.

Così si è espresso Stefano Frezza, Unione Popolare, in merito all’ordine del giorno proposto da Claudia Pagliariccio, consigliera comunale in quota Fratelli d’Italia, che chiede iniziative volte al ricordo della vicenda di Sergio Ramelli e l’installazione di una lapide in sua memoria in un punto ben visibile della città.

“Non dovremmo allora intitolare anche altre strade o piazze, o altro ancora, a ciascuno di coloro che non ci sono più a causa della violenza di quegli anni? O forse dovremmo farlo per tutte e tutti i caduti, dell’una e dell’altra parte, nonchè innocenti coinvolti per caso o anche persone dello Stato?
Di questo si potrebbe anche discutere
“.

Ma fare questo per una vittima in particolare, che apparteneva ad un campo ben preciso (il Fronte della Gioventù in cui militava era pienamente immerso in quel mondo di violenza e si rese anch’esso protagonista di fatti non certo edificanti), rappresenta a mio avviso un gesto inqualificabile – ma solo per non incorrere in azioni legali – da parte di chi non ha fatto del tutto i conti con quella storia e pretende ancora oggi di poter indicare chi erano i buoni e chi erano invece i cattivi, addossandosi quella superiorità morale che mi appare del tutto inappropriata e fuori luogo“.