14 Febbraio 2024 - 16:17:11
di Redazione
Otto condanne e 22 assoluzioni: è il verdetto della Corte d’Appello dell’Aquila per la tragedia dell’hotel Rigopiano travolto da una valanga nella quale morirono 29 persone il 17 gennaio 2017.
Dopo cinque ore di camera di consiglio i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila presieduta da Aldo Manfredi hanno dunque riformato in parte la sentenza emessa dal tribunale di Pescara a febbraio dell’anno scorso.
I giudici hanno confermato le condanne inflitte in primo grado per il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, per i dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, per il tecnico Giuseppe Gatto e per l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso.
L’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, che era stato assolto in primo grado, è stato condannato, invece, a un anno e otto mesi per falsità ideologica e omissioni di atti d’ufficio.
Oltre a Provolo sono stati condannati Leonardo Bianco, ex capo di gabinetto della Prefettura per falso e Enrico Colangeli, tecnico comunale di Farindola per omicidio colposo e lesioni plurime. Per Bianco la Corte ha disposto una condanna di un anno e 4 mesi, mentre per Colangeli la pena è di due anni e 8 mesi.
La sentenza ha confermato le condanne di primo grado per il sindaco di Farindola Lacchetta a 2 anni e 8 mesi, il dirigente della Provincia Mauro Di Blasio, 3 anni e 4 mesi, il tecnico Giuseppe Gatto, 6 mesi, l’ex gestore del resort Bruno Di Tommaso, 6 mesi
La decisione dei giudici della Corte d’Appello dell’Aquila è arrivata al termine della camera di consiglio durata quasi 5 ore.
La corte d’appello dell’Aquila, ha “confermato l’assoluzione” dell’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, “già dichiarata dal giudice di primo grado, riguardo alle due più gravi accuse che lo avevano raggiunto per la tragedia di Rigopiano”.
E’ quanto afferma il suo legale Gian Domenico Caiazza sottolineando che dunque anche per i giudici di appello il prefetto “non ha alcuna responsabilità né per la tragica morte o per le gravi lesioni in danno degli ospiti, né per la infamante accusa di depistaggio delle successive indagini”.
Provolo è stato ritenuto responsabile, “per una ipotesi di omissione di atti di ufficio e per la relativa, asseritamente falsa comunicazione al Ministero degli interni, entrambe relative al giorno 16 gennaio” aggiunge Caiazza parlando di “fatti del tutto privi di rilevanza in ordine alla tragedia” di due giorni dopo e annunciando il ricorso in Cassazione”.
“La notizia di una sua condanna per depistaggio, che circola ormai incontrollata sui media, è totalmente falsa e gravemente lesiva della onorabilità del Prefetto – conclude Caiazza – Invitiamo ad una immediata rettifica di tale falsa notizia, con riserva di azione legale a tutela della reputazione del Prefetto Provolo”.
“Ci sembra che la Corte abbia ragionato in termini di giustizia. Le sentenze si commentano leggendole. Non c’è giustizia di fronte alla morte. C’è la possibilità di avere risarcimenti e ristori. Sono processi in cui gli essere umani devono essere rispettati, anche quanti sono stati condannati. Ci sembra che questa sentenza possa riaprire degli spazi”, ha detto l’avvocato di parte civile, Romolo Reboa, al termine della lettura della sentenza.
“Massimo rispetto a questa disgrazia. La sentenza si rispetta come quella di primo grado. È stata confermata l’assoluzione su depistaggio e omicidio plurimo. Mentre è arrivata la condanna per omissione di atti d’ufficio e falso. Per questi reati non c’è costituzione di parte civile. Sapevamo bene che questo processo sarebbe finito in Cassazione”, ha commentato l’avvocato Sergio Della Rocca, legale difensore dell’ex prefetto Provolo.
“Ringrazio la presidente Francabandera che ha mantenuto l’impegno assunto e ha assicurato la veloce conclusione del processo, in tempo utile per consentire i ricorsi senza i rischi della prescrizione. Come Regione Abruzzo siamo chiamati a recepire la sentenza e per rispetto istituzionale doverosamente non commentiamo. Per noi era importante assicurare che il decorso processuale avvenisse nei tempi necessari per garantire un esito certo”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.