13 Giugno 2023 - 19:32:08

di Tommaso Cotellessa

       

Usura, estorsione, falsità ideologica, sostituzione di persona e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe, questi sono i reati che hanno portato nella giornata di oggi 21 persone davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Sulmona.

L’inchiesta, che in origine contava 23 indagati di cui due deceduti e nove raggiunti da misura cautelare nel settembre del 2016, vede al centro due aziende “fantasma” utilizzate all’interno di una strategia per chiedere finanziamenti da reinvestire nel mercato dei prestiti a strozzo.

Le indagini hanno preso il via nel 2015, quando un imprenditore di Sulmona denunciò di essere stato vittima di estorsione. Dagli accertamenti dei Carabinieri emerse che una famiglia che svolgeva come attività principale il prestito di soldi con tassi fino al 54% mensile, aveva fatto il salto di qualità creando un sistema economico che ruotava intorno a due aziende con capitale sociale e con dipendenti, tutti fittizi, reperiti nel mondo della tossicodipendenza locale.
Il sodalizio criminale sarebbe riuscito a ottenere prestiti da finanziarie e istituti di credito attivando la procedura della cessione del quinto dello stipendio a carico dei dipendenti, tutti conniventi, per un ammontare di circa 600.000 euro.

Per non dare modo alle banche di avviare denunce e contenziosi le due aziende fittizie avrebbero onorato le prime rate dando modo alla società di prendere tempo e conseguire altro capitale, con la medesima tecnica.

Il castello accusatorio viene contestato dalla difesa soprattutto per quanto riguarda l’associazione a delinquere.

Per uno dei 21 è stata disposta una perizia per accertare la capacità di intendere e volere al momento dei fatti.

La prossima udienza si svolgerà a settembre.