05 Marzo 2024 - 10:29:16
di Tommaso Cotellessa
Il prossimo sabato, 9 marzo, presso l’aula magna del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”, si terrà una cerimonia in occasione della “Giornata europea dei Giusti“. Un evento dedicato a onorare uomini e donne che, in momenti drammatici della storia passata e presente, hanno difeso la vita e la dignità umana.
L’evento sarà impreziosito dalla messa a dimora di piante dedicate a due figure di straordinaria umanità: Federico Costantini e Mahsa Zhina Amini. Questi gesti simbolici avranno luogo nel “Giardino delle Giuste e dei Giusti”, un luogo caro al Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” e all’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (IASRIC).
Federico Costantini, nato nel 1914 e scomparso nel 1977, fu uno degli eroi anonimi della resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Assieme ad altri coraggiosi capifamiglia del piccolo borgo montano di Ciampichetti, sopra Farindola, in provincia di Pescara, diede rifugio e sostegno a un gruppo di soldati inglesi fuggiti dal campo di prigionia di Servigliano, nel Fermano, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. La sua famiglia, con grande generosità e rischio personale, accolse uno di questi soldati, Jock (nome di battaglia di H.A. Barson), dimostrando un coraggio straordinario. Questo gesto di umanità venne riconosciuto dalle più alte sfere militari, che inviarono una lettera di ringraziamento e un assegno di dieci sterline, che la famiglia Costantini rifiutò, dimostrando così la genuinità e l’altruismo dei loro intenti.
Mahsa Zhina Amini, giovane curda iraniana nata nel 1999 e tragicamente scomparsa nel 2022, rappresenta invece il coraggio e la determinazione nella lotta per i diritti umani. Arrestata il 13 settembre 2022 a Teheran dalla polizia “morale” iraniana per non aver rispettato l’obbligo di indossare il velo, Mahsa subì violenze inaudite durante il trasferimento forzato nel centro di detenzione di Vozara, che la condussero alla morte, tre giorni dopo, presso l’ospedale di Kasra. La sua morte scosse profondamente la società iraniana e la comunità internazionale, diventando un simbolo della lotta per i diritti delle donne in Iran e ricevendo, post-mortem, il prestigioso “Premio Sacharov” per la libertà di pensiero nel 2023.
Questi due esempi, così distanti nel tempo e nello spazio, ci ricordano l’importanza di difendere i valori fondamentali della vita e della dignità umana, e di opporsi con fermezza a ogni forma di ingiustizia e oppressione. La loro memoria continuerà a ispirare e a illuminare il cammino di coloro che lottano per un mondo più giusto e umano.