13 Marzo 2024 - 10:39:05
di Martina Colabianchi
“Due abruzzesi su quattro non hanno votato. Questa è la sconfitta più bruciante“.
Così il candidato per il Patto per l’Abruzzo, Luciano D’Amico, ha commentato il forte astensionismo registrato alle ultime consultazioni regionali che lo hanno visto sconfitto dal candidato del centrodestra Marco Marsilio.
Quasi un abruzzese su due non ha votato, questo ci dicono i dati che attestano al 47,81% il “partito” che è andato ancora una volta per la maggiore.
Le motivazioni alla base del “non voto” sono molteplici e complesse: tra le più evidenti, la sfiducia nei partiti e nei politici che è ai massimi livelli. Ci sono le difficoltà quotidiane legate al lavoro, al reddito e al futuro che offuscano l’interesse per la partecipazione politica. Ma soprattutto, una parte consistente della popolazione non si sente rappresentata e non partecipa al processo decisionale.
Come sempre alla fine di ogni tornata elettorale, ci si chiede cosa si possa fare per invertire la rotta. La prima soluzione, certo non facile, è quella di riconquistare la fiducia dei cittadini ascoltando le loro esigenze ed elaborando, di conseguenza, proposte concrete.
Promuovere, poi, una cultura della partecipazione. Far comprendere ai cittadini, soprattutto ai giovani, dell’importanza del voto e del loro ruolo attivo nella società e contrastare la disinformazione e le fake news.
Se il dato sull’astensione è in linea con il trend nazionale, in Abruzzo è ancora più marcato. Questo potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, come la frammentazione del tessuto sociale e la carenza di una classe politica di riferimento.
Il divario tra le fasce d’età è significativo: l’astensione è molto più alta tra i giovani, che si sentono evidentemente distanti dalla politica e non vedono in essa una risposta ai loro problemi concreti. Un segnale preoccupante, se si pensa che i ragazzi dovrebbero rappresentare il futuro di un Paese e di una regione che, dati alla mano, è sempre più abbandonata dai ragazzi che vi sono nati e cresciuti, ma che non riescono a trovarvi buone prospettive di lavoro per costruire la propria vita futura.