24 Giugno 2023 - 23:00:00
di Martina Colabianchi
L’Abruzzo ha perso, negli ultimi dieci anni, il 30% degli iscritti: è la fotografia impietosa che ci restituisce l’ultimo rapporto Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) presentato alla Camera dei Deputati.
Seppur il totale degli iscritti ha registrato una crescita importante, +10,3% che corrisponde a quasi 1 milione e 950mila studenti, con una forte crescita soprattutto delle università telematiche, c’è stata una forte variazione a livello regionale. Se, infatti, nel Nord Italia si registra una crescita, soprattutto in Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, a Sud si manifesta la situazione opposta con l’Abruzzo prima per percentuale tra le regioni che hanno perso studenti.
“Il trenta per cento di iscritti all’università perso in Abruzzo in dieci anni è una quota enorme, – dichiara Michele Fina, senatore del Partito Democratico – specialmente se consideriamo che la nostra regione è la peggiore in Italia in un contesto in cui, se è vero che nel Mezzogiorno c’è un calo generale, in quasi tutto il Nord si registra una crescita“.
“Non si può quindi imputare tutto alla demografia, o alla crisi generalizzata degli atenei del Mezzogiorno. Questi sono fattori che incidono, ma in Abruzzo il crollo è più grave, più sistemico, e non può che incidere sulle prospettive economiche. Un territorio con gli atenei in difficoltà è un territorio più povero, più marginale, e il peggio è che lo è in ottica futura. Quella dell’università nella nostra regione è un’emergenza, occorrono politiche e investimenti, che devono riguardare tutti gli aspetti, dalla residenzialità all’offerta formativa“.
“Apriamo subito una discussione che coinvolga tutti gli enti e gli attori interessati – conclude. Nel programma che proporremo per le elezioni regionali del prossimo anno il rilancio dell’università sarà uno dei punti chiave. Perché non c’è futuro per la nostra terra se non si investe seriamente nel sapere“.