29 Giugno 2024 - 17:16:01
di Martina Colabianchi
I luoghi, il territorio, le persone e il cinema: queste le stelle polari del Festival dei Paesi Narranti, in corso nel borgo aquilano di Navelli ma, attraverso la cinepresa e la fotografia, in altri quattordici paesi indagati nelle loro bellezze paesaggistiche, culturali, ma anche nei limiti che portano spesso allo spopolamento.
Oggi pomeriggio è stato il turno del talk “Abruzzo: la Nuova Terra del Cinema Italiano, quali prospettive tra storia, cultura, turismo e natura“: una tavola rotonda sulle opportunità e sul futuro che il cinema può generare per i territori non convenzionali, e come l’Abruzzo Film Commission possa costituire una vetrina essenziale per la promozione della nostra Regione come destinazione turistica imperdibile.
Per l’occasione, è stato indetto un concorso aperto ai registi che volessero realizzare un cortometraggio ambientato in uno o più paesi tra i quindici coinvolti dall’iniziativa. Proclamato vincitore del concorso, a cui hanno risposto in cinque, Diego Monfredini con “CH La Recchia“.
Ladyhawke, i film di Bud Spencer e Tarence Hill, fino all’ultimo campione d’incassi “Un mondo a parte”: tanti i film che, nel corso degli anni, hanno portato l’Abruzzo sul grande e piccolo schermo, ma tanto e ancora di più può fare il cinema per i piccoli paesi delle aree interne, cuore pulsante delle tradizioni e della cultura più antica della regione appenninica e che meritano, per questo, di essere riscoperti nell’idea di un turismo lento che valorizzi anche i territori fuori dalle mete turistiche più inflazionate.
A raccontarlo, con umiltà, autenticità ed assenza di filtri, è stato Francesco Colantoni, membro della cooperativa Il Bosso, realizzatore dell’evento insieme al Gal Gran Sasso Velino, operatore e direttore della fotografia e, da ora, anche regista. Il festival si è aperto ieri, infatti, con la proiezione della docuserie “Paesi narranti paesi di vita”, che dà il nome alla tre giorni di Navelli.
“Abbiamo intrapreso un lungo e complesso percorso che ha toccato quindici paesi raccontando, come mai nessuno ha raccontato, tutta una serie di storie e personaggi all’interno dei paesi, sviscerando tanti temi tra cui lo spopolamento. Abbiamo dato un libretto di istruzioni a qualsiasi rappresentante delle istituzioni, mostrando delle problematiche presenti e per le quali sono necessarie delle soluzioni“, spiega Colantoni a LaQtv.
“La popolazione ci ha aiutato tantissimo – continua -. Abbiamo cercato storie, fatto assemblee cittadine, parlato con i sindaci, siamo andati a parlare con tutte le persone che poi dovevano essere intervistate per spiegargli ciò che andavamo a fare. Noi chiaramente ci abbiamo messo, poi, del nostro con la nostra professionalità. Siamo riusciti ad entrare un po’ nelle loro vite e nelle loro storie senza preoccuparci troppo di quello che dicevano, lo abbiamo fatto senza filtri“.
“Abbiamo voluto, nel nostro piccolo, far vedere come dal basso, quindi anche con pochi fondi, si possa stimolare l’interesse di troupe provenienti anche fuori regione – così Filomena Spagnoli, membro de Il Bosso e della giuria del concorso -. Sono arrivate cinque candidature, di cui due fuori regione, tre sono abruzzesi. Tutti giovani ragazzi, hanno presentato i loro prodotti girati sul territori e tra poco scopriremo il vincitore del festival“.
“Siamo felicissimi che finalmente in Abruzzo tornerà la Film Commission, abbiamo infatti invitato Piercesare Stagni come rappresentante. Speriamo che la Regione Abruzzo torni a credere in questo volano per i territori e per il turismo, soprattutto per le aree interne perché potrebbe essere davvero un aiuto importante per questi luoghi. Prima abbiamo avuto un collegamento con Riccardo Milani, regista de “Un mondo a parte” che ormai tutti conosciamo, che ha elogiato l’Abruzzo come set naturale e per lui votato proprio alla produzione, come se davvero non gli mancasse nulla. Questo significherebbe dar lavoro a gente del posto, quindi maestranze, persone che possono specializzarsi in questo ambito“, ha concluso.