09 Agosto 2024 - 10:24:43

di Redazione

Il 69,8% delle imprese della provincia dell’Aquila, riscontra difficoltà nel reperire personale specializzato. E’ quanto rileva l’Indagine di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, che prende in esame i dati sviluppati nell’annuale studio di Confindustria sul lavoro.

L’indagine, effettuata tra febbraio e aprile 2024, fornisce informazioni sull’annualità 2023 e l’inizio dell’anno in corso e analizza la struttura dell’occupazione e le politiche aziendali di gestione del lavoro nelle aziende.

“Particolare attenzione, quest’anno, è stata dedicata al tema delle competenze, di difficile reperimento da parte delle imprese, e delle azioni intraprese per farvi fronte oltre che ai premi variabili collettivi erogati e alle iniziative di welfare adottate a livello aziendale”, spiega Riccardo Podda, presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, “l’indagine, inoltre, riprende il tema del lavoro agile, continuando a monitorarne la diffusione all’interno delle imprese, il numero di lavoratori impiegati e la frequenza di utilizzo”.

Il problema della difficoltà di reperimento di figure specializzate resta rilevante. “Tra le imprese con ricerche di personale in corso al momento dell’indagine, il 69,8% dichiara di riscontrare difficoltà di reperimento”, evidenzia Francesco De Bartolomeis, direttore Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, “a mancare sono, soprattutto, le competenze tecniche, segnalate dal 69,2% delle imprese, e, per le mansioni manuali, nel 47,9% dei casi a livello nazionale e nel 58,9% nel settore industriale”.

Con riferimento agli ambiti aziendali, in due terzi dei casi le difficoltà vengono riscontrate nella ricerca di competenze funzionali alla transizione digitale, in quasi un terzo dei casi relative ad una maggiore internazionalizzazione dell’impresa, nel 15% circa dei casi in funzione della transizione green. “Tra le azioni intraprese in risposta al fabbisogno di competenze, le imprese della provincia dell’Aquila”, evidenzia De Bartolomeis, “prevedono principalmente attività di formazione rivolte al personale in forza (nel 59,7% dei casi). Quasi la metà delle aziende, il 49%, fa, inoltre, ricorso a servizi esterni come le consulenze e quasi un terzo, il 28,5%, si dichiara coinvolto in programmi educativi sul territorio come ITS Academy, Pcto, tirocini curriculari”.

Quanto al lavoro agile, il 32,6% delle imprese che hanno partecipato all’indagine ha utilizzato questa modalità di lavoro nel 2023. In particolare, questa quota risulta quasi quadruplicata rispetto alle imprese che lo utilizzavano prima del Covid. Per quanto riguarda l’intensità di utilizzo dello smart working, mediamente il 34% dei dipendenti non dirigenti ha utilizzato tale modalità di lavoro, per lo più per 2 o 3 giorni a settimana (tra 4 e 12 giorni al mese).

L’indagine di Confindustria ha monitorato anche l‘applicazione di contratti collettivi aziendali e le materie regolate da questi accordi. A inizio 2024 oltre un quarto delle imprese associate (il 25,2%) applica un contratto aziendale, sottoscritto con Rsu o rappresentanze territoriali.

La diffusione è maggiore nell’industria in senso stretto, dove il contratto aziendale è presente nel 33,4% delle imprese, rispetto ai servizi (18,1%) e nelle imprese più grandi (76,9% in quelle con 100 o più dipendenti) rispetto a quelle più piccole (11,6% fino ai 15 dipendenti). Le materie regolate dal contratto aziendale, quando presente, sono principalmente i premi di risultato collettivi (nel 60,4% dei contratti), la conversione dei premi di risultato in welfare (47,7%), l’orario di lavoro(46,7%), l’offerta di servizi di welfare aggiuntivi (39%), la conciliazione vita-lavoro (36,7%).

L’indagine ha rilevato, infine, che nel 2023 in oltre il 60% delle imprese della provincia dell’Aquila sono stati effettivamente erogati i premi variabili collettivi previsti dal contratto aziendale: inoltre, nel 40,2% delle imprese, mediamente un terzo dei lavoratori, ha deciso di convertire i due terzi del premio ricevuto in welfare.