Acerbo (PRC): "Marsilio apre caccia ai cervi per clientelismo venatorio"
19 Agosto 2024 - 18:10:05
Sono molti anni che la lobby dei cacciatori preme sulla politica
regionale per ottenere la riapertura della caccia ai cervi in Abruzzo.
La delibera della giunta regionale dell’8 agosto viene da lontano. Già
nel periodo 2012-2014, durante la giunta Chiodi, dovemmo fare le
barricate per impedire all’allora assessore Mauro Febo di inserire cervi
e caprioli tra gli ungulati a chi si sarebbe potuto sparare. Per
fermarlo furono necessari prima un ricorso al collegio delle garanzie
statutarie e poi l’ostruzionismo in consiglio regionale. Quello che non
riuscì a fare la destra lo fece il centrosinistra: la giunta D’alfonso
approvò – senza opposizioni – una modifica al Regolamento per la
gestione faunistico-venatoria degli ungulati che prevedeva la
possibilità di cacciare selettivamente cervi e caprioli al fine di
controllarne le popolazioni insistenti sul territorio regionale.
Non a caso nella delibera della giunta Marsilio viene citato il
Regolamento regionale n°1 /2017 e s.m.i sulla gestione
faunistico-venatoria degli ungulati ed in particolare l’articolo 19 che
dispone in merito a: “Piani di gestione dei cervidi”.
Dopo quel regolamento è arrivata nel settembre 2020 l’approvazione Piano
Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) che prevedeva “avvio delle azioni
di monitoraggio, ed eventuale avvio del prelievo in caccia di selezione”
e che “Il rapporto sostenibile tra le popolazioni di cervo e ambiente
viene realizzato anche attraverso l’individuazione, a livello
comprensoriale, di valori di densità obiettivo e di densità minime per
la pianificazione dell’attività venatoria”.
Insomma da anni si lavora per creare le condizioni per la riapertura
della caccia ai cervi. L’emergenza è un’invenzione, la realtà è la
continua pressione della lobby dei cacciatori a cui la politica
regionale non sa dire di no.
Le cifre dei danni illustrate fornite dalla regione sono irrisorie
rispetto al bilancio e alle somme stanziate ogni anno a sostegno del
settore agricolo. Se davvero ci fosse questa urgenza di limitare i lievi
danni alle attività agricole o di evitare gli incidenti stradali perchè
la Regione dal 2012 non ha programmato un piano di interventi per la
prevenzione di questi rischi? In realtà quello che interessa è solo
accontentare ristretti gruppi di cacciatori che garantiscono però un
consenso elettorale organizzato.
Il danno invece che deriva dall’abbattimento di 500 cervi è enorme. Si
colpisce il nostro patrimonio faunistico, la biodiversità e si danneggia
l’immagine della nostra regione. Ogni video postato sui social di cervi
fa più pubblicità a livello nazionale e internazionale di tutte le
campagne di promozione turistica finanziate dalla regione.
Ma con tutti i problemi che ha l’Abruzzo – dalla sanità alla siccità –
la giunta Marsilio non ha nulla di meglio da fare che sparare ai cervi?