12 Ottobre 2024 - 11:56:33

di Martina Colabianchi

Sulla delibera che consentirà, dal prossimo lunedì, la caccia di selezione al cervo in Abruzzo le associazioni animaliste non arretrano.

In una conferenza stampa organizzata questa mattina davanti all’Emiciclo, infatti, i rappresentanti delle associazioni hanno annunciato che tenteranno l’ “ultima carta” appellandosi al Consiglio di Stato chiedendo, attraverso una procedura d’urgenza, di riformare l’ordinanza con cui il Tar Abruzzo ha respinto l’istanza con cui veniva chiesta la sospensione della delibera dello scorso 8 agosto.

Ma il tempo stringe. Lunedì 14 ottobre il Presidente Marsilio, a meno che non sospenda in extremis la delibera di agosto, darà il via a quella che le associazioni definiscono la “strage dei cervi”. Una pronuncia favorevole del Consiglio di Stato, perlomeno, credono possa limitare i danni.

Le associazioni hanno ribadito la grande delusione nell’apprendere il pronunciamento del Tar, sentimento condiviso da numerosi cittadini abruzzesi. Più di 134.000 persone hanno, infatti, sottoscritto la petizione online lanciata su Change.org per fermare la caccia selettiva, altre 60.000 hanno scritto direttamente al presidente Marsilio sempre per chiedere lo stop all’abbattimento dei cervi. Tantissime personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, le cooperative del turismo naturalistico, ricercatori e naturalisti, fino a voci importanti della stessa maggioranza politica che sostiene Marsilio si erano uniti all’appello contro la delibera regionale.

L’ordinanza, come del resto già l’ISPRA, ha definitivamente cancellato ogni possibile dubbio sul fatto che la scelta di aprire la caccia al cervo sia una scelta politica della Giunta Marsilio – scrivono, in una nota, LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia -. Non vi sono ragioni legate ai danni o rischi di incidente stradali, ma solo la volontà di far cacciare i cervi come richiesto da anni dalle parti più retrive del mondo venatorio. Finora la Regione Abruzzo aveva detto di no: con la delibera n. 509 dell’8 agosto 2024, la Giunta Marsilio ha inteso prendersi la responsabilità di far cacciare i cervi, compresi i piccoli appena nati. E lo ha fatto nel peggiore dei modi, stabilendo persino un tariffario per ogni capo ucciso da pagare agli Ambiti Territoriali di Caccia, gestiti dai cacciatori che poi sono gli stessi che hanno fatto la maggior parte dei monitoraggi sui cervi“.

Dopo il negativo pronunciamento del Tar, non è andata meglio alle minoranze in Consiglio regionale che ieri, in III Commissione, si sono viste respingere la mozione che chiedeva la revoca della delibera con con 18 voti contrati e 12 favorevoli.

Presente, nella conferenza stampa all’aperto, anche l’associazione Appennino Ecosistema che, per voce del suo presidente Bruno Petriccione, ha nuovamente sollevato una preoccupante criticità della delibera regionale dal punto di vista legale, oltre che etico.

Infatti, “l’attuazione degli abbattimenti in assenza di autorizzazione di Incidenza Ambientale porrà in essere condotte di rilevanza penale da parte del personale addetto e dello stesso Presidente della Giunta Regionale – dichiara Petriccione -. Il personale che si rendesse responsabile degli abbattimenti sarà quindi denunciato per aver eseguito attività in assenza di autorizzazione V.Inc.A., come previsto dal Codice del paesaggio, con le sanzioni previste dalla L. n. 47/185 (arresto fino a due anni ed ammenda da 10.000 a 103.000 €). Lo stesso presidente della Giunta regionale, in quanto legale rappresentante della Regione, se gli abbattimenti avverranno effettivamente sarà denunciato per il reato di favoreggiamento reale, per aver favorito le predette condotte illecite ed aver aiutato il personale responsabile degli abbattimenti ad assicurare il prodotto del reato, con la sanzione della reclusione fino a cinque anni“.