15 Ottobre 2024 - 18:55:49

di Tommaso Cotellessa

Che fossero destinati a far discutere si sapeva da tempo, perciò la polemica non stupisce. I lavori all’interno del Traforo del Gran Sasso sono divenuti un caso politico sul quale maggioranza e opposizione si incontrano per scontrarsi.

Dal 14 ottobre l’A24 è messa a dura prova e ancor di più i pendolari, gli studenti e tutti i viaggiatori che si trovano a percorrerla. I lavori necessari alla tutela del sistema idrico del Gran Sasso hanno infatti comportato la disposizione del senso unico alternato all’interno della galleria che attraversa da parte a parte la cima più alta degli Appennini. A regolare il flusso sono due semafori che comportano attese di circa trenta minuti.

Gli esponenti della politica locale sono intervenuti a più riprese per denunciare le difficoltà che tale disposizione provoca per le cittadine e i cittadini abruzzesi, in particolare il consigliere regionale del Partito Democratico Dino Pepe, ai microfoni de Laqtv, ha commentato duramente l’attuale situazione della viabilità regionale denunciando che “la provincia di Teramo si trova ingabbiata“.

Per Pepe la situazione che si è venuta a creare è gravissima e non viene governata dalla Giunta regionale. “Verso Roma è impossibile procedere, così come verso Pescara a causa dei lavori sull’A14” queste sono le parole utilizzate dal consigliere per descrivere la situazione della provincia di Teramo. Pepe inoltre denuncia il silenzio assordante proveniente dall’amministrazione regionale su questa vicenda.

Dai banchi dell’opposizione anche il consigliere Sandro Mariani interviene duramente sul tema, denunciando il totale silenzio del Governatore abruzzese.

Al netto delle facili battute sulle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa alla stampa dal Presidente romano, secondo cui i teramani dovrebbero essere solo contenti per l’avvio dei lavori per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso ed evitare quindi inutili e sterili polemiche, come le chiama lui, spero che finalmente questa maggioranza di centrodestra prenda atto del grande disagio che subiscono lavoratori, pendolari e cittadini che vedono moltiplicati i tempi di percorrenza per spostarsi a L’Aquila e Roma” sottolinea Mariani. “Urge quindi che il Presidente Marsilio prende finalmente in mano la situazione e convochi, come già chiesto più volte, un tavolo di coordinamento tra Regione, Anas, Autostrade per l’Italia e Autostrada dei Parchi affinché vengano coordinati i vari cantieri al momento presenti e si limitino così i disagi per chi percorre A24, A14 e S.S. 80”.

Oggi la provincia di Teramo rischia di rimanere tagliata fuori da tutte le direttrici viarie, con gravi ripercussioni per il tessuto produttivo ed economico, visti i forti rallentamenti sull’asse adriatico e le lunghe code verso quello tirrenico” conclude il Consigliere Regionale del PD. “Pesa finora il silenzio e l’inerzia del Governatore Marsilio su questa annosa problematica. Su un punto però è stato di parola: ha dichiarato che cercherà di limitare i danni…infatti per esempio lui evita di venire a Teramo per non intasare l’A24!”.

Decisamente differente è invece la posizione del consigliere regionale di maggioranza Paolo Gatti, quota Fratelli d’Italia. Intervenendo sul tema Gatti, pur riconoscendo le difficoltà generate dalla situazione attuale, ricorda che da decenni in regione si montano preoccupazioni, polemiche e indagini riguardo il traforo del Gran Sasso e le possibili interferenze sulla sicurezza ed in particolare sulla sicurezza del sistema idrico.

“Dopo tanti anni – ha dichiarato Gatti – si è arrivati a fare i sondaggi per consentire i lavori che mettono in sicurezza il traforo, mettono in sicurezza l’acqua e quindi risolvono il problema di cui abbiamo discusso per vent’anni. E’ chiaro che adesso ci sono dei disaggi, bisogna lavorare per ridurli al minimo nei termini possibili, anche io oggi ho fatto un po’ di coda, una mezz’ora di coda, questo è un problema per tantissime persone, per chi lavora, per le aziende, per i trasporti, si dovrà fare tutto quanto possibile e necessario, certo è che non si può pensare, dopo 30 anni di dibattito sulla sicurezza del bene primario dell’acqua, di non intervenire, bisogna intervenire naturalmente utilizzando tutti gli strumenti a disposizione nel 2024 in un tempo di modernità per alleviare al massimo i disaggi delle persone e delle aziende”.