17 Luglio 2023 - 17:19:02
di Martina Colabianchi
Non si placano le polemiche politiche sul “Festival del libro“, manifestazione culturale in programma a L’Aquila dal 28 al 30 luglio finanziata dal Comune e dalla Regione Abruzzo.
Non è bastata, infatti, l’esclusione dal parterre di ospiti di Franco Nerozzi, giornalista e attivista di estrema destra macchiatosi di frequenti dichiarazioni antisemite, da parte del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi che, dicendosi ignaro di tutto, non ha fatto altro che accrescere il disappunto delle opposizioni.
Ciò che continua ad alimentare le polemiche è il fatto che dietro l’organizzazione dell’evento sembrerebbe concretamente esserci CasaPound nelle vesti della casa editrice Altaforte, molto vicina al movimento politico, di cui diversi autori saranno presenti alla kermesse. Kermesse molto costosa per Comune e Regione, oltretutto, ammontando il finanziamento a 20.000 euro ciascuno.
A seguito di tutto questo, le minoranze consiliari hanno deciso di inviare una nota alla Corte dei Conti e di interrogare oggi il primo cittadino, assente alla seduta, in Consiglio comunale. A rispondere alla consigliera Simona Giannangeli è stata Claudia Pagliariccio, consigliera in quota Fratelli d’Italia e unica relatrice donna del Festival del libro.
“Abbiamo voluto interrogare con urgenza il sindaco, in Consiglio comunale, sul festival del libro che dovrebbe svolgersi in città il 28, 29 e 30 luglio prossimi un evento patrocinato e finanziato dal Comune e dalla Regione che tanto rumore ha già generato sulla stampa nazionale e locale per gli ospiti invitati a partecipare – scrivono, in una nota, i consiglieri di opposizione. Tanti soldi pubblici per un evento di partito, mentre storiche associazioni impegnate da anni totalmente ignorate dalle istituzioni locali. Abbiamo voluto e dovuto farlo soprattutto dopo che lo stesso sindaco, che ha trattenuto per sé la delega alla cultura, ha dichiarato incredibilmente di non essere stato messo al corrente sui partecipanti al festival, segnatamente sulla presenza di Franco Nerozzi, noto antisemita“.
“Successivamente abbiamo assistito ad un balletto surreale e ipocrita – proseguono – con Biondi che chiedeva di stralciare dal festival la presenza di Franco Nerozzi e l’associazione organizzatrice dell’evento, nota per la sua vicinanza a Casapound, che informava la città sulla decisione già presa dal Nerozzi di ritirarsi. Un vero e proprio sgarbo politico che ben lascia intendere il profilo comportamentale sia dell’ associazione Castelli di Carta che della fu organizzazione politica, oramai sciolta, Casapound“.
Ma, nel mentre l’interrogazione veniva illustrata dalla consigliera Giannangeli, nonostante l’assenza (oramai di costume) del sindaco, la consigliera Pagliariccio si è sentita chiamata in causa per fatto personale solo perché citata come relatrice al festival in questione. Il fatto personale, chiariamo, è inesistente in questo caso, perché può essere invocato quando il proprio nome viene fatto attribuendo condotte o parole non verificatesi effettivamente. Un espediente, quello della consigliera, usato esclusivamente per leggere un discorsetto che aveva preparato a casa, intriso di livore politico e revanchismo culturale: offese che non possono scalfire la natura adamantina della nostra interrogazione o la decisione già presa di inoltrare tutto alla Corte dei Conti.
L’affronto però che ci lascia senza parole è stato, in chiusura della sua lettura di intervento, quello di paragonare l’associazione di Voghera “Castelli di carta” all’associazione Donatella Tellini-Centro Antiviolenza per le Donne, chiamata così in onore della professoressa Tellini, che ha speso una vita di impegno nel sociale e nella difesa delle donne e della quale quest’anno cade il decennale dalla scomparsa.
“Il Centro Antiviolenza delle Donne opera da sedici anni sul territorio, – concludono – con autorevolezza e competenza ed è riconosciuto a livello nazionale e locale per la costante e capillare attività di sostegno a fianco delle donne che subiscono violenza maschile“.