16 Dicembre 2024 - 11:18:44

di Martina Colabianchi

La continuità scolastica a seguito di eventi emergenziali“. Questo il titolo e il tema del convegno organizzato questa mattina, nella sala Ipogea dell’Emiciclo, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito insieme al Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio.

L’evento propone un confronto sugli specifici focus sulle azioni poste in atto per favorire la continuità didattica a seguito degli eventi sismici in Abruzzo (2009), Emilia-Romagna (2012) e Centro Italia (2016) e, per quanto riguarda il Ministero, anche durante l’emergenza Covid. E poi ancora la riqualificazione e la valorizzazione delle strutture utilizzate come moduli provvisori ad uno scolastico e politiche del MIM per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, con un approfondimento sugli interventi realizzati proprio nel territorio abruzzese.

Proprio perché incentrato su temi sempre caldi nel dibattito cittadino, il convegno è stato preceduto da una lettera aperta dei comitati civici che avevano criticato l’assenza, nel programma dell’evento, di un confronto sui dati emersi in merito agli indici di vulnerabilità sismica di alcuni edifici scolastici aquilani: ben 11 scuole primarie su 17 prese in esame sono al di sotto dello 0,60 fissato dalla norma, a cui si aggiungono anche alcuni istituti superiori. I dati sono i medesimi del 2017, da qui l’accusa di non aver fatto ancora abbastanza e di un’assenza di pianificazione, anche per quanto riguarda la ricostruzione delle scuole e la permanenza, a 15 anni dal sisma, degli studenti nei MUSP.

A questi affondi, in qualche modo, il convegno di stamane risponde e lo ha fatto anche l’ingegnere Salvo Provenzano, titolare dell’USRA, ai microfoni della stampa:

La ricostruzione delle scuole è partita. Certamente, non sono state riconsegnate ancora tutte le scuole danneggiate dal terremoto, ma è un processo in corso. Sono attivi diversi cantieri di scuole molto importanti che accoglieranno tanti ragazzi. Io mi permetto di dire che, negli ultimi venticinque anni, la normativa antisismica è cambiata quattro volte, e nessuna scuola in Italia era adeguata purtroppo. Qui, a causa della tragedia abbattutasi sulla città, le scuole si stanno adeguando tutte, ma occorre un tempo fisiologico. Ovviamente non compete a me dire se si poteva fare meglio, sicuramente sì perché in tutte le cose si può sempre fare meglio, ma adesso il percorso è avviato e, da qui a qualche anno, tutte le scuole dell’Aquila saranno sicure a differenza di tutte le altre città d’Italia“.

L’iniziativa si conclude proprio con uno sguardo al futuro, con una tavola rotonda finalizzata a condividere le ulteriori attività da realizzare con il coinvolgimento delle amministrazioni dello Stato.

Ovviamente, le esperienze maturate in occasione di eventi tragici passati possono fornire i primi spunti utili per il presente.

Le modalità di intervento sono molto complesse e si differenziano anche molto da emergenza a emergenza – spiega Mauro Casinghini, direttore regionale dell’Agenzia di Protezione Civile -. È logico che quando parliamo di un sisma devastante come quello del 2009, parliamo di tantissime inagibilità e che lo sono per lunghissima durata, il che significa un periodo molto lungo da organizzare sotto le tende e poi, ovviamente, un periodo più strutturato. Ovviamente, già solo il momento in cui avviene l’emergenza ci condiziona, perché un conto è ad aprile che siamo verso la fine di un anno scolastico, un conto invece è ad Agosto come è successo ad Amatrice dove invece si inizia un anno scolastico. Quindi, si capisce bene quanto è importante assumere decisioni che possono garantire la continuità scolastica che è anche una continuità sul territorio, ed è anche necessario per mantenere attivi i ragazzi anche a livello di comunità. Perché poi sappiamo perfettamente cosa significa doversi trasferire lontano, quindi iniziare un percorso in un’altra area dove ovviamente la popolazione è sparpagliata. Quindi, anche un problema di tipo psicologico e anche sociale“.

Dal punto di vista della protezione Civile regionale le prime necessità sono quelle di individuare dove collocare le scuole nel momento in cui vengono strutturate le soluzioni di emergenza, quindi le tendopoli. A seguire, anche la scelta di moduli di primo intervento che però sono una competenza più dello Stato, a seconda anche di programmazioni che vengono fatte anche in tempi di pace, quindi capire quali sono le soluzioni migliori rispetto ai tempi di realizzazione di queste strutture – conclude Casinghini -. Ad esempio i Musp, che abbiamo ancora qui sul nostro territorio, che hanno dato dei risultati positivi“.

Pd L’Aquila su ricostruzione delle scuole: “Biondi chieda scusa alla città”

Lascia davvero interdetti che il sindaco Biondi, presidente di Anci Abruzzo, presenzi ad un evento sulla continuità scolastica a seguito di eventi emergenziali, parlando di messa in sicurezza degli edifici scolastici e della ricostruzione di quelli danneggiati dal sisma del 2009. O meglio, lascia interdetti che Biondi non abbia approfittato di questa occasione per chiedere finalmente scusa alle bambine e ai bambini dell’Aquila, ai genitori e alla comunità scolastica“.

Così, in una nota, il Partito Democratico dell’Aquila che, dopo un accesso agli atti, ha fatto emergere lo scorso ottobre le criticità relative agli indici di vulnerabilità delle scuole aquilane.

Oramai otto anni fa, in campagna elettorale, il futuro sindaco dell’Aquila prometteva alla città che sarebbe intervenuto prontamente, già nei primi mesi di mandato, per trovare soluzioni idonee per le scuole in muratura con bassi indici di vulnerabilità e per accelerare la ricostruzione di quelle danneggiate dal sisma“.

A sette anni e mezzo dal suo insediamento, il fallimento è sotto gli occhi di tutti: ad oggi, 3.500 bambine e bambini circa frequentano ancora i Musp, moduli ad uso scolastico provvisorio, che sarebbero dovuti durare 5 anni; parliamo di strutture prive di mense, palestre, aule studio, aule di informatica, biblioteca. Non solo. Gli indici di vulnerabilità delle scuole in muratura frequentate dai nostri figli sono esattamente gli stessi del 2017: ad oggi, su 17 plessi di competenza comunale, ben 11 hanno indici sottosoglia, in alcuni casi davvero preoccupanti“.

Fino ad oggi, si è tenuta la testa sotto la sabbia; a seguito delle nostre denunce delle settimane passate, il 10 dicembre scorso è stata almeno pubblicata una delibera con cui l’amministrazione approva la partecipazione del Comune ad un bando per il miglioramento sismico di un edificio scolastico, quello del Torrione, che ha indice 0.151 (bisognerebbe portarlo almeno a 0.6). Si legge sul documento: “a seguito di verifiche di vulnerabilità sismica l’edificio mostra indici di sicurezza inferiori a quelli previsti da normativa”; bene, anzi male se è vero che il dato è noto da 8 anni. Che cosa si è fatto fino ad oggi? Niente. E sulle altre scuole comunali, quando e come si intende intervenire? Tra l’altro, la delibera parla di “miglioramento sismico”. L’intervento che adegua un edifizio preesistente alle norme attuale è “l’adeguamento sismico”: il “miglioramento sismico” migliora, certo, ma è una soluzione di ripiego“.

E la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma del 2009? Ad oggi, siamo all’anno zero o quasi: il Comune dell’Aquila continua a pubblicare report che, di anno in anno, spostano in avanti le date di riconsegna delle strutture. Biondi annuncia continuamente lavori avviati, o che stanno per iniziare: la verità, però, è che 8 anni dopo i ritardi sono oramai inaccettabili, e le prese in giro una offesa alle aquilane e agli aquilani. Basta sfogliare l’ultimo report, quello del novembre scorso; si prenda il caso della scuola di Santa Barbara, di cui viene annunciata la riconsegna entro fine anno: ebbene, ad oggi è soltanto uno scheletro di ferro“.

La realtà è che le scuole pubbliche riconsegnate sono appena 3, e 2 di queste erano state avviate a progettazione dalla passata amministrazione di centrosinistra; 9 sono ancora in corso d’opera mentre 6 in fase di progettazione. A fronte di 101 milioni di euro stanziati siamo ad appena 11 milioni di opere concluse e ben 90 milioni di opere ancora non realizzate“.

Per quanto tempo ancora Biondi darà la colpa al Pd? Per quanto tempo ancora Biondi scaricherà le sue responsabilità su altri? Nella sua foga propagandistica, il sindaco dell’Aquila ha avuto persino la sfacciataggine di dire che il governo Meloni ha stanziato risorse per l’edilizia scolastica che, tuttavia, erano state garantite dai governi di centrosinistra, così come la battaglia per introdurre norme derogatorie di cui oggi Biondi potrebbe beneficiare vengono da un’altra stagione politica“.

Vale lo stesso per le scuole di competenza provinciale, i cui indici di vulnerabilità sismica sono altrettanto preoccupanti nonostante le promesse che, da anni, vengono fatte a mezzo stampa. Dopo 7 anni di governo di centrodestra, ad oggi non c’è alcun piano sull’edilizia scolastica ma solo qualche migliaio di euro per lo studio della vulnerabilità sismica dell’Istituto Bafile, considerato il miglior Liceo Scientifico d’Abruzzo secondo lo studio Eduscopio della fondazione Agnelli. Ecco come la Provincia valorizza le eccellenze del territorio“.

Grazie all’interessamento del senatore Michele Fina, abbiamo portato la vicenda in Parlamento per accendere le luci nazionali sul buco nero della ricostruzione dell’Aquila: Biondi ne sia certo, non ci fermeremo qui“.