14 Gennaio 2025 - 19:14:22
di Tommaso Cotellessa
La Capitale Italiana della Cultura 2025, Agrigento, non sembra essere arrivata sufficientemente preparata al suo annus mirabilis, ciò non può far altro che mettere in guardia e avvisare che il titolo non basta.
Come scrive Repubblica, infatti, Agrigento ha aperto il suo anno da Capitale Italiana della Cultura con una serie di strafalcioni e ritardi che non sembrano all’altezza del ruolo che la città è chiamata a rivestire.
A partire dai cartelloni pubblicitari pieni di errori ortografici fino ad arrivare alla pioggia all’interno del teatro che dovrebbe accogliere l’evento di apertura degli eventi che si terrà alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scenario fa pensare ad una scarsa ed inefficiente preparazione del progetto che dovrebbe rilanciare e rendere attrattiva la città.
A testimoniare questa interpretazione dei fatti c’è la decisione del presidente della regione Renato Schifani di non prender parte all’iniziativa svoltasi oggi a Roma dedicata al progetto incentrato su Agrigento, oltre alla scelta del ministro della cultura Alessandro Giuli di cancellare l’evento di presentazione delle iniziative che era previsto proprio per la giornata di oggi. Da quanto sta emergendo sembra infatti che tanto il governo regionale quanto quello locale stiano prendendo le distanze da un progetto che invece di rilanciare la città dei templi rischia di far acqua da tutte le parti.
Sembra dunque che il titolo di Capitale Italiana della Cultura non basti per la riuscita del progetto, eppure anche i fondi stanziati non sono stati pochi, ben 4milioni di euro.
Non resta che prendere appunti – facendo sempre il tifo per la cultura in tutte le sue forme – e confidare che quanto sta accadendo nella città siciliana possa servir da monito alla città dell’Aquila che raccoglierà il testimone di capitale italiana della cultura nell’anno 2026. Oltre al titolo e ai fondi serve altro; che sia di lezione.