17 Gennaio 2025 - 11:26:05

di Redazione

“L’Abruzzo interno ha qualità straordinarie, ha un purezza che altrove si è persa, e  deve puntare sulla cultura, la sua vera e preziosa materia prima. Per questa ragione mi sono commossa visitando le stazioni di questo museo diffuso, è una testimonianza di un amore per il territorio, della voglia di raccontare la sua storia, i suoi valori, di fiducia per il futuro”.

Lo ha detto la grande scrittrice Dacia Maraini, che a Goriano Valli, frazione di Tione degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila, ha ricevuto la statuetta riproduzione del Guerriero di Capestrano, simbolo del MuDi Sirente Awards, premio istituito al MuDi, il Museo diffuso del Parco Sirente Velino, che con sue 16 stazioni, offre l’esperienza di un concetto, di una visione del futuro, la conoscenza di personaggi storici che hanno segnato le sorti del territorio.

Dopo la visita al museo diffuso, in un gremito circolo della Vallese asd, la scrittrice fiorentina, ma abruzzese di adozione, vincitrice del Premio Campiello nel 1990 e del Premio Strega nel 1999, ha presentato il suo ultimo libro, “Diario degli anni difficili – con le donne di ieri, oggi e domani”, edito da Solferino, che affronta la realtà degli abusi, dei femminicidi e più in generale della condizione di inferiorità cui le donne sono state condannate per troppo tempo. Private di libertà e sottomesse, introiettando il loro stato di inadeguatezza arrivando a considerarlo un fatto biologico.

Tra le stazioni del Mudi, particolarmente significativa è stata dunque la visita alla “Cantina Annonnasè”, dedicata proprio alle donne gorianesi. Spiega l’ideatore del MuDi, Fausto Di Giulio, come atto di restituzione al territorio della sua famiglia e come progetto filantropico di REX Roundatbales Emea, società che si occupa di innovazione e ricerca condivisa multisettoriale per l’imprenditoria: “E’ stato un onore ospitare Dacia Maraini, e consegnarle il premio, che in realtà era stato assegnato in occasione dell’inaugurazione del MuDi lo scorso 21 settembre, ma che lei non ha potuto ritirare per motivi personali. Il tema del suo ultimo libro ci ha toccato il cuore, e non a caso abbiamo dedicato una delle stazioni del Mudi alle donne di Goriano Valli, esempio di resilienza e coraggio. Donne che in tempi difficili, sono state in grado di tenere saldo il fronte domestico e sostenere le famiglie, lottando anche loro per l’emancipazione e parità”.

A proposito di donne, ha detto nel corso della presentazione Dacia Maraini, con il ruolo di moderatore affidato al giornalista Luca Tomassoni: “Il problema nasce quando l’uomo pensa che la donna sia una sua proprietà privata. Il femminicidio è la reazione di alcuni uomini che identificano virilità con il possesso, ma l’amore mai giustifica possesso. Una donna deve essere libera, di dire ‘vado via’, ‘non ti amo più'”.

Ha dunque aggiunto: “Ci sono state nella storia grandi donne artiste e scrittrici dimenticate, non valutate per il loro talento, riscoperte solo molto tempo dopo la loro morte. Si pensi a Frida Kahlo, ad Artemisia Gentileschi. O anche alla scultrice francese Camille Claudel, amante dell0 scultore Auguste Rodin. La madre bigotta non poteva concepire che una donna potesse fare l’artista, essere una scultrice, e lei è finita in manicomio, da cui ha scritto lettere bellissime. Del resto, la misoginia è in essenza il non voler riconoscere l’autonomia intellettuale delle donne, la volontà da parte degli uomini di rimanere aggrappati ai previlegi, alle loro posizioni di potere”.

Ha concluso Maraini: “il messaggio che voglio lanciare con questo libro? Non amo i messaggi, i proclami. Voglio solo far riflettere senza imporre nulla, con la forza della scrittura”.

L’intervento di Maraini è stato intervallato dall’esibizione di Leonardo Moretti, 21enne violinista milanese solista, recentemente accompagnato nel concerto per il Giorno della memoria dall’Orchestra della Scala.

Per tutta la giornata si sono poi svolti laboratori e workshop tra le stazioni del museo, sul tema “La Cultura per i leader e i leader per la cultura”, una tavola rotonda che utilizza i metodi del “Futures Studies & Corporate Foresight” e del “Rex Peer Advisory Board”, con l’obiettivo di co-creare scenari di futuri desiderati per Abruzzo 2035, e progettazione nuove prospettive per l’intero Abruzzo Interno, con un focus particolare sulla lotta allo spopolamento.

Tra i casi studio quello di Assunta Perilli, archeologa e fondatrice della Fonte della Tessitura a Campotosto, che ha riportato in vita le tradizioni di lavorazione a mano di lana, lino e canapa e quello che ha come protagonista Adriana Tronca, imprenditrice agricola che, dalla Lombardia, ha scelto di trasferirsi a Goriano Valli, fondando Vigna di More e impiantando qui vitigni trentini.

Tra i partecipanti al workshop anche Sergio Galbiati e Raimondo Castellucci della fondazione Hubruzzo, Gino Bucci, L’Abruzzese fuori sede, Jolanda Ferrara, giornalista del quotidiano Il Centro, Davide D’Angelo del Museo civico di Castel del Monte, Rubino Tomassetti, generale di Brigata dei Carabinieri e già comandante Rep. Indagini Tecniche del Ros, Stefania Mariani, sindaco Tione degli Abruzzi, e due operatori turistici di Goriano Valli, Rosanna Di Gioacchino e Luca Di Vincenzo. E ancora: Massimo Pedone, presidente Cooperativa di comunità Cuore delle Valli e di Vallese Asd, Paolo Setta della Cooperativa Il Bosso, Milena Molozzu, guida AIGAE di Orsa Maggiore Trekking, Maria Grazia Guidone, ex project manager Tim e creatrice della stazione Annonnasè, l’imprenditore del fitness Giuliano Appicciutoli della Planet Fitness e dell’enogastronomia Simone Pietrantoni. A guidarli, Fausto Di Giulio fondatore Museo diffuso MuDi e Ceo Rex Roundtables Emea.

L’evento è stato patrocinato dal Parco Regionale del Sirente-Velino e dal Comune di Tione degli Abruzzi, e realizzato in collaborazione con la Rex Roundtables Emea, la Cooperativa Cuore delle Valli, la Vallese Asd e con il sostegno di associazioni di categoria ed enti del territorio e della Fondazione Hubruzzo.

IL MUDI

MuDi è un progetto nato dall’idea di un abruzzese, Fausto Di Giulio, come atto di restituzione, un “give back” al territorio della sua famiglia e come progetto filantropico di REX Roundatbales, società che si occupa di innovazione e ricerca condivisa multisettoriale per l’imprenditoria di cui è responsabile per Europa e Asia.

La stazione numero uno, la più originale, si appresta ad ospitare esperienze individuali di due giorni, rivolta a manager, imprenditori e decisori politici, è il “Me-To-Me, il REX Leader Museum for The Future”, ispirata dall’Institute for the Future di Palo Alto nella Silicon Valley, e vuole essere un luogo speciale d’introspezione per attirare visitatori dall’estero in cerca di luoghi autentici dove distaccarsi dal frenetico ritmo quotidiano, riconnettersi con sé stessi e la natura, migliorare personale e contribuire a costruire un mondo migliore. Ospitata in una vecchia bottega alimentare, con l’arredo originale degli anni ’50.

A seguire la “Casa Medievale più piccola al mondo”, dimora, di appena 8 metri quadrati, che restituisce un ritratto fedele di come si viveva secoli fa e dove gli ultimi a vivere furono Rachele Mariani e Pierfelice Capestrani, una coppia di contadini che si prodigava ad aiutare gli orfanelli, nonostante la loro povertà.

C’è poi la “Cancella Rinascimentale” dedicata agli artigiani gorianesi, la “Bottega del Dopoguerra” dedicata all’economia circolare, la “Stalla dell’asino”, dedicata a Celestino V e al suo asino in groppa al quale l’eremita del Morrone attraversò la valle per salire a L’Aquila al soglio papale, la “Stalla delle pecore e delle capre”, dedicato alla transumanza, “Il pagliaio”, dedicato alla restanza, termine elaborato dal sociologo Vito Teti, e a chi ha deciso non emigrare per un atto d’amore e fiducia verso la propria terra d’origine.

La “Stalla di Regina e Pupetta”, dedicata agli animali, con le splendide foto del fotografo naturalista di Goriano Valli, Luca Di Vincenzo.

A seguire, la “Cantina Annonnasè”, ricca di oggetti, foto, ambienti e suggestioni che raccontano le storie delle donne gorianesi, la “Cantina del Vino”, dedicata al condottiero e mercenario Braccio Fortebraccio da Montone, la “Cantina del grano e del pane”, dedicata ad Antonuccio Camponeschi, nobile aquilano del XV secolo, che si distinse per il suo impegno politico e militare contro la dominazione esterna, in particolare nella lotta contro Braccio da Montone, il “Pagliaio”, dedicato a Jacopo Caldora, nobile e capitano di ventura italiano del XV secolo, noto soprattutto per il suo ruolo nelle lotte tra i vari regni e potentati dell’Italia meridionale durante il periodo delle guerre tra Angioini e Aragonesi.

Infine la “Cantina del Torchio Antico”, dedicata a Frà Berardinello da Fontavignone, la “Cantinola”, dedicata alla convivialità e il “Il tempo che ci vuole”, dedicato alla Mindfulness, per ripensare in un’ottica di pace, dettagli architettonici come le archibugiere e le feritoie.