28 Gennaio 2025 - 17:48:16

di Martina Colabianchi

Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la “Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo“, che attiva una collaborazione orientata al recupero delle chiese aquilane e teramane danneggiate dal sisma. A siglare l’accordo, in rappresentanza degli Enti, questo pomeriggio, il presidente Lorenzo Sospiri e la soprintendente, Cristina Collettini, alla presenza dei componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Marianna Scoccia, Antonio Blasioli e Luca De Renzis.

La collaborazione tra Regione e Soprintendenza non è un fatto nuovo – ha dichiarato Sospiri a margine della sottoscrizione -. Oggi vogliamo però formalizzare questo rapporto con un atto di elevato tenore istituzionale, che riconosce alle strutture dell’Assemblea Legislativa Regionale una competenza unica in materia di ricostruzione e gestione degli appalti pubblici. Una crescita di professionalità iniziata con la mestosa opera di recupero di Palazzo dell’Emiciclo e che continua con il restauro di Castel Camponeschi, con la gestione dei lavori di realizzazione del collegamento meccanizzato tra il terminal bus dell’Aquila e Viale Rendina e con il prezioso supporto di consulenza fornito a Comuni e altri Enti pubblici regionali. Ringrazio la Soprintendente perchè ha rinnovato il dialogo tra le nostre Istituzioni, permettendo di offire all’Abruzzo il recupero del suo patrimonio monumentale ferito, garantendo tempi certi e un elevatissimo livello di preparazione“.

Collettini ha sottolineato:

“La Soprintendenza vuole sfruttare le preziose competenze acquisite dagli uffici tecnici del Consiglio regionale, al fine di lavorare fianco a fianco e accelerare il processo di ricostruzione del patrimonio di arte sacra e monumentale rappresentato dagli edifici religiosi inagibili a causa del sisma 2009”.

I restauri oggetto del protocollo sono già finanziati da fondi PNRR. L’accordo rimane efficace per ulteriori collaborazioni che si vogliano mettere in campo nel futuro.