05 Marzo 2025 - 12:49:13

di Tommaso Cotellessa

Il 21 febbraio 2025, in occasione dell’assemblea ordinaria annuale della Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA), sono stati annunciati i vincitori del IV Premio Giovani SIRA 2024 per le migliori tesi di laurea e di specializzazione in restauro architettonico. L’evento, svoltosi a Roma, ha visto anche l’inaugurazione della mostra delle tesi premiate presso i locali espositivi del Dipartimento di Architettura a Valle Giulia.

Il prestigioso bando è rivolto ai laureati dei corsi di laurea magistrale in Architettura o Ingegneria edile-architettura e agli specializzati in Beni architettonici e del paesaggio, con l’obiettivo di valorizzare ricerche originali nel campo della conservazione, valorizzazione, riuso e gestione del patrimonio costruito e paesaggistico.

Tra le tesi premiate, si distingue quella di Ana Maria Perca, laureata presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale (DICEAA) nell’ottobre scorso, con un progetto di restauro per la Chiesa di Santa Giusta all’Aquila. Sotto la guida della prof.ssa Carla Bartolomucci e della prof.ssa Simonetta Ciranna, il lavoro di Perca ha ottenuto il terzo posto tra oltre cento elaborati in concorso.

La Chiesa di Santa Giusta, tra le più rappresentative dell’Aquila, conserva ancora evidenti segni del sisma del 2009, aggravati ulteriormente dalla sequenza sismica del 2016. Nonostante due interventi di messa in sicurezza e alcuni lavori preliminari di restauro e consolidamento nell’area absidale, l’edificio rimane inagibile.

Il progetto di tesi di Ana Maria Perca ha seguito un rigoroso approccio metodologico, frutto delle conoscenze acquisite nel laboratorio progettuale di Restauro architettonico. Lo studio ha integrato l’analisi storica, critica e costruttiva con una dettagliata fase diagnostica preliminare, esaminando materiali, strutture e condizioni di fruizione per formulare una proposta di intervento efficace e sostenibile.

Oltre alla conservazione dell’edificio sacro, il progetto ha esteso l’attenzione al contesto urbano circostante, con l’intento di ridare dignità agli spazi esterni. La piazza antistante la chiesa, oggi adibita a parcheggio e in condizioni di degrado, è stata ripensata per valorizzare l’intero complesso architettonico. L’intervento prevede il recupero della pavimentazione storica esistente, l’integrazione con nuove superfici al posto dell’asfalto e la creazione di spazi di sosta per i pedoni, il tutto accompagnato da un sistema di illuminazione studiato per esaltare le caratteristiche del luogo.

L’obiettivo del progetto è duplice: restituire alla comunità un bene di grande valore storico e simbolico, liberandolo dagli elementi provvisori della messa in sicurezza, senza cancellare la memoria dei traumi subiti, e restituire la piena fruibilità degli spazi interni ed esterni. L’intervento non si limita a un restauro conservativo, ma si propone come un atto di rigenerazione culturale e urbana, volto a trasmettere alle future generazioni un patrimonio autenticamente preservato.

Il lavoro di Ana Maria Perca si afferma così come un esempio di restauro consapevole e rispettoso della storia, incarnando il principio fondamentale della conservazione: garantire la trasmissione della memoria attraverso un’azione progettuale attenta, senza alterare l’identità del luogo. Un riconoscimento importante, che celebra la qualità della ricerca accademica e l’impegno per la tutela del nostro patrimonio architettonico.