07 Marzo 2025 - 13:31:20
di Tommaso Cotellessa
Il Coordinamento Belle Ciao della Cgil è intervenuto sulla mancata adozione da parte della Regione Abruzzo delle misure necessarie a garantire l’effettiva fruizione del “Fondo per il Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza“. La richiesta avanzata è quella di provvedere al più presto a colmare questa mancanza così da rendere accessibile il sostegno economico destinato alle donne in uscita da situazioni di violenza.
Il Reddito di Libertà è stato istituito con il DPCM del 17 dicembre 2020 e prevede l’erogazione di 400 euro mensili (ora aumentati a 500 euro) fino a un massimo di 12 mesi per le donne vittime di violenza, sole o con figli minori, che abbiano intrapreso un percorso di protezione con un centro antiviolenza. L’obiettivo è quello di offrire un sostegno economico alle donne non indipendenti finanziariamente, affinché possano lasciare un contesto familiare violento e ricostruire la propria vita in autonomia.
Tuttavia negli ultimi anni, molte richieste di accesso al Reddito di Libertà sono state respinte a causa della carenza di fondi stanziati dallo Stato alle Regioni. Il recente decreto del 2 dicembre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 marzo 2025, ha destinato 10 milioni di euro annui per il triennio 2024-2026, con l’aumento del contributo mensile a 500 euro, senza però un intervento concreto da parte della Regione, queste risorse rischiano di restare inutilizzate.
In Abruzzo, come ricordano le esponenti del coordinamento, la legge regionale n. 65/2023 stabilisce che la Regione debba garantire la copertura economica del Reddito di Libertà e definirne criteri e modalità di erogazione. Tuttavia, a distanza di mesi, nessun provvedimento attuativo è stato ancora adottato, rendendo impossibile l’accesso al contributo per le donne in difficoltà.
Il ritardo della Regione ha sollevato critiche da parte di associazioni e operatori del settore. A novembre scorso, è stata presentata una richiesta di audizione alla V Commissione Salute, Sicurezza Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro e alla Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo, ma a oggi non è arrivata alcuna risposta.
L’assenza di indipendenza economica è spesso il principale ostacolo per le donne che vogliono uscire da una relazione violenta. Senza un aiuto concreto, molte sono costrette a restare in situazioni di pericolo, non per scelta, ma per mancanza di alternative.
Le associazioni perciò chiedono alla Regione Abruzzo di intervenire con urgenza, adottando il provvedimento attuativo necessario per sbloccare i fondi e garantire alle donne vittime di violenza la possibilità di ricostruire la propria vita in sicurezza e autonomia.