14 Marzo 2025 - 11:16:42

di Tommaso Cotellessa

Per la Stagione Teatrale Aquilana, organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo, nel Ridotto del Teatro comunale, va in scena nelle tre giornate di martedì 18 marzo, alle 21.00,  mercoledì 19 marzo, alle 17.30, e giovedì 20 marzo alle 21.00, “Boston Marriage” di David Mamet, traduzione Masolino D’Amico, con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria, regia Giorgio Sangati, scene Alberto Nonnato, luci Cesare Agoni, costumi Gianluca Sbicca, musiche Giovanni Frison. Una produzione Centro Teatrale Bresciano e  Teatro Biondo di Palermo.

Lo spettacolo è un crescendo ritmico esilarante, quasi da farsa. Siamo negli Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due sono state un tempo una coppia molto affiatata. L’espressione «Boston Marriage», infatti, era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini.

“E’ un Mamet diverso dal solito, – spiega il regista Giorgio Sangatiche si prende una vacanza dalla gravità e gioca per il gusto di giocare, strizza l’occhio agli esperimenti brillanti di Tennessee Williams, ma, soprattutto, all’“Importanza di essere Franco di Oscar Wilde. Protagonista assoluto, infatti, insieme alle interpreti, è il linguaggio e, di contro, il non-detto, l’allusione, la stravaganza, il paradosso.

Mamet si diverte a parodiare la prosa ampollosa dell’epoca, ma dietro l’apparente assurdità della superficie si nasconde l’intento ambizioso di rovesciare la realtà attraverso uno scherzo che mira a creare anche un po’ di raffinatissimo scandalo.

Qui sta il senso anche “politico” di un testo che divertiva e stupiva insieme il pubblico americano del 1999 così come oggi può sorprendere quello italiano.

Il continuo gioco di facciate diventa la chiave di questa messa in scena che cerca di amplificare la funzione di prestidigitazione dell’opera, che nasconde da un lato per rivelare dall’altro: un set di un film o di una serie dove la finzione sembra essere l’unico modo per dire la verità.

È una prova per grandissime attrici come Maria Paiato e Mariangela Granelli, vere e proprie funambole della parola e dell’emozione che giocheranno insieme a Ludovica D’Auria questa bizzarra partita all’ultimo sangue per smascherare ogni convenzione riguardo l’Amore”.