19 Maggio 2025 - 14:48:20

di Vanni Biordi

L’ipotizzata “salvezza” dei 150 precari del comparto amministrativo e tecnico dell’ASL 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, annunciata dal Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si rivela, secondo le forze politiche liberal-riformiste, più una beffa che una reale soluzione. Le dichiarazioni rassicuranti del Presidente, arrivate dopo le notizie di possibili ferie forzate dovute a direttive regionali che bloccavano la gara d’appalto per il servizio di supporto, non convincono la federazione del Capoluogo di Regione composta da Il Passo Possibile, Azione e 99 L’Aquila.

«Ancora propaganda, ancora false speranze» tuonano in una nota congiunta Americo di Benedetto, Fabrizio Ciccarelli, Emanuela Iorio, Elia Serpetti, Massimo Scimia, Enrico Verini, Roberta Gargano, Angelo Mancini e Gianni Padovani, contestando fermamente l’approccio di Marsilio e sottolineando come la tanto auspicata stabilizzazione attraverso assunzioni dirette e a tempo indeterminato continui a rimanere un miraggio.

Le dichiarazioni del Presidente, che parla di una procedura concorsuale in fase di conclusione per superare il precariato, vengono messe inesorabilmente di fronte ai numeri. A fronte di circa 150 lavoratori precari, i posti a concorso banditi sono solamente 53. Un divario che solleva interrogativi inquietanti sul futuro di oltre due terzi del personale attualmente impiegato.

«Qualcosa non torna» affermano con forza le forze politiche. «Chi è disposto a dire che tra i primi 53 ci siano persone già impiegate come somministrati e che quindi abbiamo stabilizzato 53 precari? E anche ipotizzando che nei tre anni di validità della graduatoria si copra l’intero fabbisogno di 150 posti, quante delle persone oggi impiegate nei servizi esternalizzati rientrerebbero e quante ne resterebbero fuori?»

Il paradosso evidenziato è amaro: chi ha maturato anni di esperienza e professionalità all’interno dell’ASL rischia di trovarsi escluso da una selezione che, sulla carta, dovrebbe garantirne la stabilizzazione. La vera notizia, secondo la federazione, è che si rischia di generare disoccupazione tra persone che hanno dedicato oltre un decennio della loro vita all’azienda sanitaria, con una conseguente perdita di competenze specializzate e un potenziale danno alla qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Non manca una critica al passato sistema di esternalizzazioni, definito da Marsilio una «triste eredità». A tal proposito, le forze politiche liberal-riformiste ricordano come proprio giunte e direzioni aziendali di centro-destra abbiano impiantato e gestito il sistema degli “interinali-somministrati” all’interno dell’ASL aquilana, un sistema che, a loro dire, ha generato benefici e interessi trasversali senza mai essere realmente risolto.

Viene inoltre ricordato l’impegno profuso negli anni a livello regionale e comunale, con proposte concrete rimaste inascoltate. In particolare, si cita la proposta del consigliere regionale Di Benedetto, risalente al 2023, di istituire una società in house autorizzata dalla Regione Abruzzo per tutelare i lavoratori precari, una soluzione pensata per non gravare sui costi del personale e garantire la continuità dei servizi. In questa direzione si inserisce anche l’emendamento approvato dal Consiglio Comunale dell’Aquila lo scorso marzo, che impegnava il Sindaco ad attivarsi presso la Regione per valutare l’istituzione di una società in house sul modello del Contact Center INPS.

L’appello finale è rivolto alla politica di governo, affinché adotti un approccio equo e dia una vera speranza a chi ha dedicato anni di impegno e passione al servizio della salute dei cittadini. La “soluzione” prospettata da Marsilio, con i suoi numeri insufficienti e le incertezze sul futuro, rischia di trasformarsi in una dolorosa beffa per centinaia di lavoratori e per l’intera comunità aquilana.