19 Maggio 2025 - 16:52:13

di Martina Colabianchi

Si avvicina l’estate e, come di consueto da qualche anno ormai, i dehors in centro storico tornano ad animare il dibattito politico aquilano.

La città, infatti, in assenza di un piano organico sui dehors, risulta a tratti visivamente “affollata” da ombrelloni, gazebo e tavoli dei locali, tanto da intralciare a volte il transito dei cittadini. È quanto fatto notare anche da una funzionaria della Soprintendenza nella commissione consiliare convocata per discutere del tema, dove ha sfidato i presenti a riuscire a guardare agevolmente la statua del tritone in piazza regina Margherita o lo scorcio della cupola di San Bernardino da via Verdi.

È infatti la Soprintendenza ad emettere le prescrizioni sulle autorizzazioni per i dehors. Ma, secondo quanto riportato dai consiglieri comunali Lorenzo Rotellini e Paolo Romano, per la redazione del nuovo regolamento sarebbe stato individuato un professionista esterno che avrà il compito di interloquire con la Soprintendenza.

«La motivazione – spiegano i due consiglieri di minoranza – risiederebbe nel fatto che era indispensabile una figura in grado di rapportarsi con la Soprintendenza e che tale professionalità non è stata riscontrata all’interno degli uffici comunali. Ci sarebbe da ridere se non fossero dichiarazioni di una gravità inaudita. Il nome del professionista in questione non è stato volutamente rivelato ai componenti della commissione, altra grande anomalia, di fatto spingendo i consiglieri che volessero sapere cosa accade nel comune dove sono stati eletti a effettuare un accesso agli atti: chiaramente sarà nostra cura inoltrarlo subito agli uffici».

«Nel corso di questi tre anni, però, consapevoli degli enormi problemi che ci sono in centro storico e stanchi di convocare solo commissioni senza costrutto alcuno, dove gli assessori non si presentano e i dirigenti si ergono a parte politica, abbiamo presentato anche proposte concrete al Settore del Commercio per offrire ai commercianti regole organiche, eliminando le eventuali sperequazioni di trattamento, per rendere visivamente più armonico il centro storico con un possibile utilizzo di un modello standard di manufatto laddove possibile, ma soprattutto per rendere il centro storico più sicuro perché utile nel superamento dei manufatti provvisori che impediscono il transito dei mezzi di soccorso».

«Avremmo voluto una discussione che riuscisse a produrre frutti, non l’ennesimo incarico esterno per accontentare qualcuno. Ora ci spieghiamo perché nel Documento Unico di Programmazione 2025/2027 – cioè nelle intenzioni dell’Ente dei prossimi tre anni, non ci fosse manco mezza parola sui dehors né dal Settore Commercio né tantomeno da quello dell’ Urbanistica, ma non ci fermeremo», concludono Rotellini e Romano.