20 Maggio 2025 - 12:19:05
di Martina Colabianchi
Un giovane bracciante magrebino è stato abbandonato davanti all’ospedale di Pescina, in provincia dell’Aquila, con una grave ferita alla gamba provocata da un mezzo agricolo impiegato per la raccolta delle carote.
Il giovane sarebbe stato lasciato da solo dopo l’incidente, senza alcun tipo di assistenza da parte del datore di lavoro. Poi è stato trasferito dal personale medico al vicino pronto soccorso di Avezzano ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico che lo ha rimesso in sesto.
L’episodio, reso noto dalla Flai-Cgil della Provincia dell’Aquila, riaccende i fari sulla drammatica condizione dei braccianti, e del caporalato, nella nostra regione.
Il sindacato ha richiesto e ottenuto la protezione internazionale per il giovane che è arrivato nella Marsica con mezzi di fortuna, dopo settimane di viaggio dalla Turchia ed è stato ingaggiato per circa tre mesi.
Mentre le autorità stanno ricostruendo la dinamica dell’accaduto e verificando le responsabilità, arriva forte la condanna del Partito Democratico abruzzese.
«È l’ennesimo episodio che mostra quanto lo sfruttamento, il lavoro nero e l’illegalità siano ancora realtà quotidiana anche in uno dei comprensori agricoli più importanti per l’Abruzzo, qual è il Fucino – dichiarano il segretario regionale del Pd Abruzzo Daniele Marinelli con il segretario provinciale del Pd L’Aquila Stefano Albano e Michael Bomba, responsabile agricoltura Pd Abruzzo -. Serve un cambio di passo vero. Come Partito Democratico chiediamo alla Regione Abruzzo, agli enti competenti e alle forze dell’ordine di intensificare i controlli, e di farlo ora, nei mesi di raccolta, quando le condizioni di lavoro peggiorano e i diritti spariscono».
«Chiederemo un incontro con il Prefetto dell’Aquila, Giancarlo Di Vincenzo e investiremo i nostri rappresentanti sul caso attraverso un’interrogazione parlamentare, perché questa è la storia di un’umanità che non può restare perennemente ai margini – sottolineano gli esponenti Pd – . L’uomo è arrivato in Italia a piedi, in cerca di un futuro migliore, ora è parte offesa in un’indagine, ma prima di tutto è una persona trattata come un mezzo usa e getta sui nostri campi. Fortunatamente è stato soccorso e operato in tempo e di questo ringraziamo tutto il personale medico che è riuscito ad agire prontamente. Ma il fatto che sia stato lasciato da solo a raggiungere l’ospedale la dice lunga sul contesto in cui si è consumato l’incidente. Non possiamo non ricordare il caso di Satnam Singh, il bracciante sikh che quasi un anno fa fu lasciato davanti all’ospedale di Latina, con un braccio tranciato, morto dopo un’atroce agonia. Storie diverse, stesso meccanismo: chi lavora nei campi senza tutele continua a essere invisibile, finché non accade l’irreparabile. Legalità e dignità devono tornare nei campi del Fucino. Il lavoro agricolo non può continuare ad essere un mondo parallelo in cui le regole non valgono, o valgono solo per alcuni».