17 Giugno 2025 - 16:57:11
di Tommaso Cotellessa
Il black out della connessione internet che nella giornata di ieri ha colpito il centro Italia ha stravolto la giornata di un gran numero di cittadine e cittadini, ma se per qualcuno si è semplicemente trattato di non poter telefonare o ricevere messaggi in altri casi davvero i disservizi hanno generato problematiche non da poco.
A riflettere sul tema è il consigliere regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci, il quale sostiene che l’episodio di ieri ha messo in evidenza un vulnus gravissimo che la politica è chiamata ad affrontare.
«Ormai l’intera società dipende dai collegamenti cibernetici – scrive in una nota il consigliere – e se un black out casuale e naturale dovuto al maltempo ha potuto mandare in crisi sistemi sofisticati ed essenziali a partire dalla sanità e dalla pubblica amministrazione, non è immaginabile cosa accadrebbe di fronte a disastri più gravi o attentati: d’altra parte, ormai, tutti i racconti distopici ipotizzano che le catastrofi possano accadere o essere generate dal blocco dei sistemi informatici che comandano treni, navi, aerei, metropolitane, sistemi sanitari, procedure di allerta e soccorso. Ed è gravissimo che una grande azienda come Vodafone non abbia un sistema sostitutivo in grado di intervenire per supplire al guasto del sistema principale»
Proseguendo in questa direzione Pietrucci presenta le innumerevoli criticità che verrebbero generate dalla decisione, accarezzata anche dal governo italiano, di affidare le comunicazioni strategiche, comprese quelle satellitari, interamente a soggetti privati, come ad esempio Starlink di Elon Musk la gestione dell’intero sistema.
Proprio calcando la mano sull’incidente appena verificatosi il consigliere invita a riflettere sull’immane potere che verrbbe consegnato ad aziende private, generando una relazione di subordinazione incalcolabile. Per Pietrucci una scelta del genere esporrebbe a rischi gravissimi, ed è per questo motivo che definisce il problema non solo come tecnologico, ma un vero e proprio tema di sicurezza , di tutela dei diritti digitali dei cittadini e di continuità istituzionale.
«Serve un ripensamento serio e urgente italiano ed europeo delle policy sulle infrastrutture critiche, delle regole sulla ridondanza dei sistemi e più in generale sul concetto di indipendenza tecnologica».
«Il programma Rearm dell’Unione Europea – conclude Pietrucci – è del tutto sbagliato: perché decide di investire 800 miliardi di euro nell’acquisto di sistemi d’arma (e ogni paese compra i suoi, mica si realizza una difesa comune e coordinata europea!) invece di progettare una vera sicurezza, legata a politiche internazionali, diplomazia, strategie energetiche, sviluppo sostenibile, sicurezza comune e nuovi scenari di ricerca, sviluppo e realizzazione di tecnologie digitali innanzitutto al servizio dei diritti sociali e primari dei cittadini (comunicazioni, sanità, trasporti, educazione, assistenza)».