28 Giugno 2025 - 15:32:18
di Beatrice Tomassi
In Abruzzo le famiglie in povertà energetica sono 47.617, per un totale di più di 105mila persone. In percentuale si traduce nell’8% dei residenti sul territorio. Sono i dati riferiti al 2023 che fuoriescono dall’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE).
Per povertà energetica si intende la condizione in cui una famiglia o un individuo non può accedere ai servizi energetici essenziali, come riscaldamento, illuminazione, acqua calda e utilizzo di elettrodomestici.
Con questi numeri, l’Abruzzo si colloca a metà di una classifica che mostra come la situazione sia più critica in Calabria, Basilicata e Molise e meno preoccupante in Lazio, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche.

Sul tema è intervenuta alche la CGIA di Mestre, che ha tracciato un identikit del capofamiglia in povertà energetica: disoccupato, pensionato solo e, in molti casi, lavoratore autonomo. In Italia il 70% circa degli artigiani e dei commercianti lavora da solo, ovvero non ha né dipendenti né collaboratori, dunque moltissimi artigiani, tantissimi piccoli commercianti e altrettante partite Iva hanno pagato due volte l’impennata delle bollette di luce e gas, la prima come utenti domestici e la seconda come micro imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare le proprie botteghe e negozi. Proprio qui l’altra nota dolente.
Mettendo a confronto i costi energetici delle piccole con quelli delle grandi imprese, infatti, emerge un differenziale che penalizza enormemente le prime. Se per le bollette dell’energia elettrica gli artigiani, gli esercenti, i negozianti e i piccoli imprenditori pagano il 55 per cento in più delle grandi industrie manifatturiere e/o commerciali, per quelle del gas addirittura il doppio.
Un problema che in Italia, più che in altri Paesi, assume contorni particolarmente delicati, visto che a differenza dei nostri principali competitor commerciali d’Oltralpe, il peso delle piccole imprese italiane sull’economia nazionale non ha eguali.