07 Luglio 2025 - 19:02:42
di Angelo Liberatore
Filo diretto attivo tra il territorio aquilano ed il Giappone in materia di ricostruzione post sisma e di rigenerazione urbana.
Un rapporto importante certificato dalla visita ufficiale di una delegazione proveniente dalla città di Kobe.
«La cosa che ho sentito molto, sia a L’Aquila che nei Comuni del Cratere – spiega il capo delegazione Yujiro Kako – è l’importanza della storia e della cultura; sia dal punto di vista della preservazione e della restituzione dei luoghi, ma anche per il fatto che cultura e storia possono diventare il motore della rinascita dei territori».
«Questo – conclude Kako – è il messaggio fondamentale che vorrò portare a Kobe e riferire».
Gli ospiti nipponici sono stati accolti nella sede municipale di Palazzo Margherita dai titolari degli Uffici Speciali per L’Aquila e Cratere (Salvo Provenzano e Raffaello Fico) nonché dall’assessore comunale per la promozione dell’immagine della città Ersilia Lancia.
«Questa giornata – dichiara l’assessore – fa seguito ad un incontro che il sindaco ebbe proprio a Kobe alla Global Conference, ed in quella sede il modello della nostra ricostruzione ha ricevuto tanta attenzione».
«Oggi – prosegue Lancia – il Giappone torna da noi per sapere che cosa facciamo e per studiare il modello L’Aquila».
«Noi – chiude l’assessore – attraverso i due Uffici Speciali riusciamo ad offrire un esempio, un modello ed una pratica di governance integrata sulla ricostruzione».
Dopo la visita a L’Aquila città, il trasferimento alla volta dell’Alta Valle Aterno.
La delegazione proveniente dal Sol Levante (quattro rappresentanti dell’amministrazione di Kobe e due esperti delle Università di Tokyo e Hyogo) si è spostata nel Comune di Capitignano, accolta dal sindaco Franco Pucci.

In particolare, il gruppo di lavoro arrivato da Kobe ha visionato il cantiere in corso per il recupero della storica stazione di Capitignano, dal 2015 riconosciuta come edificio d’interesse culturale.
La struttura ospitava il capolinea della ferrovia che partiva da L’Aquila, e che fu attiva dagli anni venti del Novecento fino al 1935.
Una linea strategica, all’epoca, soprattutto per il trasporto della torba ma adibita pure al transito passeggeri.
L’immobile, dopo la dimissione della ferrovia, divenne struttura ricettiva e quella sarà la finalità anche una volta terminati i lavori di ricostruzione.
La delegazione di Kobe si è soffermata molto sull’analisi del progetto di recupero e sulle lavorazioni in corso per ridare nuova vita alla ex stazione di Capitignano.
«Abbiamo notato un grande interesse nei confronti dei temi della cultura e della storia – puntualizza il titolare dell’Ufficio Speciale Ricostruzione Cratere Raffaello Fico – perché, rispetto a quanto accade in Giappone, in Italia siamo più abituati a recuperare strutture esistenti».
«L’attenzione della delegazione di Kobe – prosegue Fico – si fonda proprio sul fatto che nel nostro Paese c’è grande cura nel dare nuova vita a strutture che hanno datazione ed importanza storica».
«L’esempio di oggi con la ex stazione di Capitignano – conclude Fico – va proprio nella direzione di combinare la sicurezza sismica con la preservazione ed il recupero delle parti storicamente rilevanti».
Per il primo lotto lavori sulla ex stazione di Capitignano sono disponibili 800mila euro, ma l’importanza del cantiere non va misurata solo dal dato economico.
Si inserisce infatti nel quadro più ampio di un progetto per la rigenerazione urbana e sociale.
«La situazione del cantiere della ex stazione – dice il sindaco di Capitignano Franco Pucci – è che per fine anno contiamo di terminare il primo lotto. Abbiamo poi una linea di finanziamento da 350mila euro per la rifunzionalizzazione dell’immobile».
«Questo però – prosegue Pucci – è solo il punto di partenza di tutte le attività che abbiamo in mente di mettere in campo nel prossimo futuro: vogliamo recuperare le rimesse dei treni, e c’è già il finanziamento, nonchè la cisterna dell’acqua».
«Infine – conclude il sindaco Pucci – questa amministrazione ha la volontà di valorizzare la zona archeologica di Capitignano, ferma da trentacinque anni. Ne vogliamo fare un punto di attrattività turistica».