01 Agosto 2025 - 10:22:52

di Vanni Biordi


L’antica tradizione del Perdono, evento radicato nel cuore della città dell’Aquila, si trova ancora una volta al centro del dibattito, ma questa volta con un’insolita proposta.

Il consigliere comunale Enrico Verini, con un post sui suoi canali social, lancia un appello che suona come una “tregua politica” e un invito a una riflessione collettiva. Il post, intitolato “Buonsenso, Signori!”, suggerisce che su temi così sentiti e condivisi, la politica dovrebbe fare un passo indietro e lasciare spazio a un dialogo costruttivo e libero da schieramenti ideologici.

Verini sottolinea un punto cruciale: «La Perdonanza non deve essere di destra o di sinistra».

Un’affermazione che mira a smarcare l’evento dalla polarizzazione politica che spesso ne ha caratterizzato le discussioni, in particolare in merito all’organizzazione e al suo ruolo nella vita cittadina. La sua proposta è concreta, in buona sostanza, un invito al sindaco Biondi a promuovere un dialogo in sede istituzionale, in particolare in Commissione Cultura, per cercare soluzioni che possano conciliare due aspetti fondamentali.

Da un lato, la necessità della sicurezza, un tema sempre caldo quando si tratta di grandi eventi, e dall’altro, la volontà di preservare il carattere gratuito della partecipazione popolare. Un equilibrio delicato, ma che secondo Verini è assolutamente raggiungibile, come suggerisce la sua frase finale:

«Perché esistono eccome. Basta parlarne in modo tranquillo».

L’immagine che accompagna il post è un forte richiamo alla tradizione. Si vedono la Dama della Bolla e il Giovin Signore, con indosso abiti storici, nel corteo storico. La scena è solenne, con i partecipanti che camminano in mezzo alla folla. La scelta di questa foto non è casuale. Evoca la storia, il rito, l’importanza di un evento che trascende le dinamiche politiche contingenti.

È un promemoria visivo del fatto che la Perdonanza è prima di tutto un’eredità culturale e spirituale, che appartiene a tutti i cittadini.

L’appello di Verini si annida in una dicotomia. Se da un lato l’appello alla tregua politica è lodevole e auspicabile, dall’altro non si può ignorare come l’organizzazione di un evento di tale portata richieda inevitabilmente decisioni politiche, economiche e logistiche.

Le soluzioni che Verini invoca come esistenti eccome dovranno pur essere trovate e attuate da chi ha la responsabilità di governare. Il rischio è che la richiesta di un dialogo tranquillo si trasformi in un’utopia, nel momento in cui le necessità pratiche e le visioni diverse si scontrano.

In questo senso, l’appello di Verini è un importante stimolo alla riflessione. È un invito a riscoprire il senso profondo del Perdono al di là delle bandiere e degli schieramenti. Ma la vera sfida per la nostra città sarà quella di riuscire a tradurre questo nobile intento in azioni concrete, capaci di conciliare la sacralità della tradizione con le esigenze della modernità, senza che l’una o l’altra debba soccombere. Solo così, la tregua politica proposta da Verini potrà diventare una solida base da cui ripartire, a beneficio di tutta la comunità