15 Agosto 2025 - 09:58:16

di Martina Colabianchi

Dall’anno scolastico 2014/2015 all’attuale 2024/2025 l’Abruzzo ha perso oltre 20.000 studenti.

Lo denuncia il consigliere Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e parte del Comitato per la legislazione che si occupa anche di strategie per le aree interne.

Il dato è emerso da un accesso agli atti all’Ufficio scolastico regionale, da cui viene fuori che ad essere drammatico è soprattutto il calo che si registra nei piccoli comuni montani e collinari, dove interi plessi sono stati chiusi e dove molti studenti sono costretti a percorrere ogni giorno decine di chilometri per raggiungere la scuola.

Tra le province abruzzesi, Chieti ha perso il maggior numero di alunni con 8.238 studenti in meno dal 2014/15 al 2025/26. Seguono Pescara (-4.783), Teramo (-4.330) e infine L’Aquila (-3.586).

Di Marco sottolinea come questi dati significhino «meno classi, un’offerta formativa ridotta e comunità sempre più fragili. Per questo, il problema non è tanto scegliere fra settimana corta o settimana lunga: con la settimana corta, i ragazzi che vivono nei nostri paesi dell’entroterra possono impegnarsi in attività sportive, corsi di lingua, teatro, laboratori, oppure semplicemente stare in famiglia e rafforzare il legame con le proprie radici».

Negli ultimi mesi si è infatti riacceso il dibattito in Italia attorno alla settimana corta a scuola, cioè con chiusura al sabato, che secondo i promotori garantirebbe un risparmio di risorse da poter reimpiegare in altri servizi e un miglior rendimento degli alunni. Ma, secondo Di Marco, per le aree interne il problema è un altro.

Dai dati emergerebbe chiaramente «che il rischio verso cui si sta andando incontro è che la scuola diventi un mondo separato dal territorio. Nelle aree interne è un presidio insostituibile di restanza, di socialità e di rilancio. Dove la scuola chiude, inevitabilmente il paese si svuota, i servizi si riducono e le famiglie scelgono di andare altrove».

È per questo necessaria una strategia regionale «chiara e concreta» che metta insieme istruzione, mobilità, servizi, infrastrutture e opportunità per i giovani.