28 Agosto 2025 - 10:46:33
di Tommaso Cotellessa
Nel giorno più importante della Perdonanza Celestiniana, in cui si celebra il rito di apertura della Porta Santa, si è svolta – come ormai da tradizione – la Cerimonia di Premiazione della XXIII edizione del Premio Rotary Perdonanza.
Quest’anno il riconoscimento è stato attribuito a Don Luigi Maria Epicoco «per aver illustrato la parola dei Vangeli con tenace passione e illuminata cultura, ricordando sempre i valori cristiani dell’amore, del servizio e della solidarietà».
L’evento si è tenuto negli spazi dell’Auditorium della Fondazione Carispaq ed è stato promosso dal Rotary Club L’Aquila e dal Rotary Club L’Aquila Gran Sasso, con la collaborazione del Comune dell’Aquila e della stessa Fondazione Carispaq. L’iniziativa intende celebrare la figura di Papa Celestino V e i valori di pace e solidarietà da lui promossi.

A selezionare il protagonista dell’assegnazione del premio è stata una giuria, composta da Nicoletta Proietti, Carla Lettere, Roberto Maccarrone, Alfonso Calzolaio, Fabrizio Marinelli, Barbara Conteduca, Fabio Vistoli, Giulio Mascaretti e presieduta da Giorgio Paravano.
Istituito nel 2003, il Premio Rotary Perdonanza viene conferito a personalità che si distinguono per l’impegno nella pace, nel dialogo e nella risoluzione dei conflitti, in coerenza con gli ideali di Pietro da Morrone. Il riconoscimento è tradizionalmente assegnato nel corso di un convegno che coincide con la Perdonanza Celestiniana, la festa che dal 1294 celebra l’indulgenza plenaria concessa da Celestino V con la Bolla del Perdono.
Per l’edizione 2025 il tema scelto è “Spiritualità e Architettura”, un binomio che mette in dialogo due ambiti distinti ma strettamente connessi. L’architettura può infatti supportare e riflettere le pratiche spirituali, mentre la spiritualità può ispirare nuove concezioni dello spazio. Non a caso Celestino V ci ha lasciato monumenti come la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, cuore della Perdonanza aquilana.

Il convegno ha visto la partecipazione di Michele Maccherini, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università dell’Aquila, con una relazione su “La Cattedrale di Orvieto e il reliquiario del corporale: macro micro architettura del miracolo”, e di Federica Zalabra, direttrice del MUNDA, che è intervenuta su “Lux mirabili et continua. La vetrata trasfigura la luce del sole in luce divina”. Sono stati poi illustrati gli interventi del Governatore del Distretto Rotary 2090 Roberto Calai e del Presidente della Deputazione Abruzzese di Storia Patria Fabrizio Marinelli, moderatore dell’incontro.
L’edizione 2025 porta con sé anche un nuovo logo, ideato da Michele Biallo: un abbraccio ideale tra la ruota rotariana e il rosone centrale della facciata di Collemaggio.
Nel ricevere il premio, Don Luigi Maria Epicoco ha espresso gratitudine:
«Sono molto onorato e anche lusingato per questo riconoscimento, che credo non sia rivolto al passato, cioè alle cose che ho fatto, ma sia un richiamo alla responsabilità per ciò che spero di poter continuare a fare per questa città. La figura di un sacerdote non è mai semplicemente quella di un singolo, ma il simbolo di un modo di essere all’interno della comunità e di portare avanti iniziative che la riguardano. Per questo sono profondamente grato».
Un pensiero però è stato inevitabilmente rivolto al massacro di Gaza. Ad oggi infatti non è possibile parlare di pace, perdono e speranza senza fare i conti con la cruda realtà del massacro in corso. Così, sollecitato dai microfoni de Laqtv, Don Luigi ha provato a delineare cosa avrebbe detto Celestino delle crudeltà in atto oggi:
«Sicuramente non sarebbe assolutamente d’accordo. È un’ingiustizia evidente, davanti agli occhi di tutti, e il Papa continua a gridare pace in ogni modo. Non dimentichiamo che la prima parola pronunciata da Francesco dal balcone, dopo la sua elezione, è stata proprio “pace”. Dobbiamo continuare a chiederla. Certo, Celestino ci ricorda che ogni guerra va vinta innanzitutto dentro di noi: è inutile manifestare per Gaza se poi portiamo l’odio dentro di noi, nelle nostre famiglie e nelle nostre relazioni. Il primo impegno è convertirci interiormente e portare questa pace fino agli estremi confini del mondo, Gaza compresa».