15 Settembre 2025 - 17:31:43

di Tommaso Cotellessa

L’acqua del Gran Sasso, risorsa primaria e insostituibile per centinaia di migliaia di cittadini abruzzesi, torna al centro del dibattito. L’ingegnere Giorgio Morelli e il geologo Mauro Manetta, da anni impegnati nella tutela del fragile sistema idrico sotterraneo, hanno lanciato l’“Appello per il Gran Sasso”, chiedendo con forza una gestione unitaria, trasparente e coerente degli interventi di messa in sicurezza.

Morelli, già consulente della Procura di Teramo sul tema degli sversamenti nei primi anni Duemila, e Manetta, incaricato nel 2021-2022 dalla struttura commissariale per lo studio dell’idrogeologia, sottolineano i progressi compiuti dall’attuale Commissario straordinario Pierluigi Caputi, che ha aggiornato il quadro esigenziale e avviato l’iter verso il DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali). Un cambio di passo importante, osservano, rispetto al passato.

Tuttavia, i due tecnici denunciano una contraddizione di fondo: la gestione separata dei lavori di impermeabilizzazione tra le aree dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso (INFN) e le gallerie autostradali. Una scelta che, a loro avviso, rischia di «frammentare le responsabilità e compromettere la coerenza degli interventi», in un contesto caratterizzato dall’unicità e complessità dell’acquifero.

La richiesta chiara ed inequivocabile è quella di ricomprendere gli interventi sotto un’unica regia, eventualmente organizzata in lotti funzionali, in modo da conciliare la continuità degli esperimenti scientifici con la sicurezza idrica.

Inoltre, Morelli e Manetta sollecitano l’esecuzione di verifiche sismiche all’interno dei Laboratori, come già raccomandato da ARTA Abruzzo, alla luce della presenza di una faglia attiva nell’area e dell’assenza di adeguate strutture di contenimento nelle sale sperimentali.

Fra i punti toccati dai due tecnici nell’appello viene inserita anche la necessità di rivedere la campagna di sondaggi geognostici, rinunciando a perforazioni rischiose e non giustificate da reali evidenze scientifiche, e l’immediata pubblicazione dei risultati già ottenuti da Italferr, incaricata della progettazione, per garantire massima trasparenza.

«La sicurezza dell’acqua non è un ostacolo – affermano Morelli e Manetta – ma la condizione stessa che può garantire la continuità e la credibilità delle ricerche. Solo così i Laboratori potranno progredire senza interferenze, senza conflitti con l’opinione pubblica e mantenere alta la loro credibilità scientifica internazionale».

Il cuore dell’appello è chiaro: l’acqua del Gran Sasso non è solo una risorsa naturale, ma un bene comune vitale, la cui protezione è indissolubilmente legata alla salute dei cittadini e al futuro stesso delle attività scientifiche sotto la montagna.

Da qui l’invito rivolto al Commissario straordinario, alle istituzioni competenti e alla comunità scientifica a superare contraddizioni e sovrapposizioni, adottando una gestione unitaria, trasparente e realmente efficace.