03 Ottobre 2025 - 15:50:02
di Martina Colabianchi
«Non basta promettere una città più moderna e sicura per rassicurare i cittadini: la realtà quotidiana racconta ben altro. Le nostre strade appaiono come un dedalo di lavori senza fine, caratterizzati da manutenzioni frammentarie, senza criteri di priorità, chiusure improvvise e cantieri aperti dall’oggi al domani, senza programmazione né informazione preventiva. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: disagi enormi per residenti, lavoratori, studenti e attività commerciali».
Così, in una nota, il consigliere comunale Alessandro Tomassoni (Gruppo misto), denuncia quella che secondo lui, ma anche secondo altri componenti delle opposizioni che si erano già espressi nel merito, è la crescente incapacità dell’amministrazione nel gestire i nodi cruciali della viabilità cittadina.
Con la riapertura delle scuole e i vari cantieri in corso, il traffico è sempre più diventato quotidianità per tanti aquilani che si spostano in auto.
«File chilometriche dal cimitero alla rotatoria del Torrione sono ormai la normalità, soprattutto dopo la perdita di via Parrozzani come fondamentale via di sfogo verso i quartieri Torrione, Colle Capo Croce, Colle Sapone, Pettino – rileva Tomassoni -. Oggi andare a lavoro, accompagnare i figli a scuola, vivere il centro storico o semplicemente rientrare a casa è diventato un percorso a ostacoli che alimenta un malcontento diffuso».
Il caso più emblematico, per il consigliere del Gruppo misto, riguarda viale Duca degli Abruzzi, «già congestionato da un semaforo a senso unico alternato e, da ieri fino all’anno nuovo, ulteriormente penalizzato dalla chiusura totale di viale Don Bosco. I residenti di San Domenico e delle zone limitrofe sono di fatto ostaggi del traffico, con la Municipale costretta a intervenire per gestire ingorghi e persino per liberare i mezzi bloccati nelle cosiddette ‘vie alternative’».
«Nessuno mette in discussione – precisa Tomassoni – l’importanza dei lavori ai sottoservizi realizzati dalla Gran Sasso Acqua, ma il Comune avrebbe dovuto cautelarsi prevedendo alternative viarie concrete. Invece si è arrivati alla paralisi di un’intera zona: via Pretatti, unica strada di sfogo, è del tutto insufficiente e la situazione è aggravata dalla chiusura di via Sallustio bassa (zona Fontesecco) e di altre ‘vie di fuga’ ancora bloccate dal cantiere del Belvedere. Perfino per raggiungere l’oratorio Don Bosco si è costretti a percorsi tortuosi e congestionati come via Merletti o via Ospizio o via Emidio Lopardi, strade che fino a ieri erano interdette al transito ordinario proprio perché inadeguate a sopportare volumi di traffico simili, non a caso con divieto di transito “eccetto autorizzati in zona rossa”».
«Perché ancor più gravoso sarebbe di fatto, tornare indietro e incolonnarsi alla Fontana Luminosa per viale Gran Sasso, già intasati da lunghe file in per gran parte della giornata provenienti già da porta Castello, spesso da via Signorini Corsi /via Zara, e tutti giù fino alla rotatoria del Torrione, con tempi di percorrenza lunghi ed esasperanti».
«Da qui – prosegue Tomassoni – l’assurdità di scelte viarie pregresse: resta inspiegabile la scelta, consolidata da due anni, di mantenere viale Ovidio a senso unico in salita dalla Piscina comunale, anziché ripristinarlo a doppio senso o trasformarlo in senso unico in discesa. Sarebbe la soluzione più logica, anche solo temporanea, per decongestionare via Castello e viale Gran Sasso e offrire un’alternativa concreta alle chiusure su viale Duca degli Abruzzi».
Quanto al Ponte Belvedere, definita “un’opera definita strategica per ricongiungere le zone sud e nord del centro storico”, continua il consigliere, «la riconsegna accumula ritardi su ritardi e, torno a dire, senza precisi studi preliminari e simulazioni d’impatto sui flussi di traffico, rischiamo che anche questa riapertura, se e quando sarà, si trasformi in un’occasione mancata. Tutti queste criticità, evidentemente, promanano dalla mancanza di un Piano strategico del traffico e, con esso, di un Piano di emergenza, specie di ingresso e uscita dei mezzi di soccorso dal centro storico, più volte richiesti ma mai attuati».
«Una città, dunque, ostaggio di decisioni affrettate e spesso confuse, per cui è doveroso pretendere chiarezza, criteri decisionali trasparenti e un’assunzione di responsabilità da parte della Giunta. Serve un cambio di passo, anche attraverso l’ammissione di errori, nell’unico interesse che conta: quello dei cittadini e della loro qualità di vita», conclude il consigliere del Gruppo misto.