19 Ottobre 2025 - 17:10:53
di Tommaso Cotellessa
Un viaggio nel tempo, tra nastri dimenticati e voci del passato. Giovedì pomeriggio, al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, è stato presentato il primo lavoro discografico del progetto Lost Tapes (Nastri dimenticati), ideato dal musicista Livio Minafra e dal musicologo Pierfrancesco Galati. Il progetto inaugura una serie di restauri e digitalizzazioni di registrazioni storiche dedicate alle bande musicali abruzzesi, con l’obiettivo di restituire vita e dignità a un patrimonio sonoro altrimenti destinato all’oblio.
Il primo volume della serie è dedicato al Gran Concerto Bandistico Provinciale Città dell’Aquila – Salisburgo d’Italia, diretto nel 1966 dal maestro Pietro Malandra, abruzzese di nascita e veneziano d’adozione. Un documento prezioso, testimone di un’epoca in cui la musica bandistica rappresentava una delle principali forme di diffusione culturale nel Meridione.
Il professore di trombone Aldo Caterina, tra i promotori dell’iniziativa, ha evidenziato il valore simbolico dell’evento:
«È raro presentare una banda in un conservatorio. In passato, anzi, tra le istituzioni bandistiche e i conservatori esisteva una certa rivalità. Questo progetto vuole superare quella distanza, rendendo omaggio a chi, con sacrificio, ha portato la musica a milioni di persone del Sud Italia. È un messaggio per i giovani, affinché comprendano quanto impegno e dedizione ci siano dietro a ogni nota».
Il maestro Minafra ha spiegato le difficoltà e le emozioni legate al recupero del materiale:
«È come un ritorno al futuro. Andiamo a caccia di vecchi nastri e cassette degli anni ’50, ’60 e ’70, li restauriamo e li salviamo. Dei grandi della lirica come Pavarotti o Callas abbiamo registrazioni ovunque, ma dei grandi solisti di banda, come Basilio Giandonato, Panza o Angelo D’Amore, non rimane quasi nulla. È un’ingiustizia che vogliamo sanare, offrendo a tutti la possibilità di ascoltare gratuitamente queste voci straordinarie».
Con Lost Tapes, il Conservatorio aquilano si apre così a una nuova forma di valorizzazione della memoria musicale collettiva, restituendo spazio e ascolto a una tradizione popolare che ha segnato profondamente la storia culturale del Mezzogiorno.
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